"Quella che nelle intenzioni del Ministero del Lavoro dovrebbe
essere una 'via italiana' al modello duale per l'istruzione e la formazione
professionale rischia di diventare una 'via bassa' all'apprendimento basato sul
lavoro, che porterà alla dequalificazione dei percorsi a cui si rivolgeranno da
un lato un'utenza svantaggiata e dall'altro imprese attirate dai vantaggi
economici, la cui capacità formativa non sarà verificata. Il tutto in assenza
del fondamentale coinvolgimento delle parti sociali". Così Gianna
Fracassi, segretario confederale della Cgil, in seguito alla sottoscrizione dei
Protocolli di Intesa tra il dicastero citato e le Regioni per la
sperimentazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale.
Per Fracassi
"parte una via bassa all'apprendimento basato sul lavoro, che costituisce un
canale formativo, alternativo e separato da quello scolastico, finalizzato al
conseguimento di un certificato professionale che, tra l'altro, non permette
neppure l'accesso all'università". "Inoltre - continua - non ci si
preoccupa di verificare e certificare l'effettiva capacità formativa delle
aziende coinvolte, e invece si affida ad esse almeno metà del curricolo".
A giudizio della
segretaria confederale della Cgil "non si combatte così l'abbandono
scolastico: infatti a queste condizioni non è difficile prevedere la
dequalificazione di percorsi in cui si concentrerà un'utenza svantaggiata e a
cui si rivolgeranno imprese soprattutto attirate dai vantaggi economici quali
decontribuzione, incentivi, consistente riduzione della retribuzione".
Fracassi aggiunge che
"la sperimentazione ignora le forme più qualificate di apprendimento duale
introdotte nel nostro paese dagli accordi sindacali finalizzati al
raggiungimento del diploma di istruzione, al reinserimento in percorsi di
istruzione degli abbandoni scolastici e realizzati con imprese dotate di
effettiva capacità formativa (tutor aziendali competenti, spazi e laboratori
adatti per l'attività formativa, ...)".
"Le risorse
previste per la sperimentazione sono distribuite in modo tale da non sanare i
divari territoriali, ma da amplificarli", sottolinea la dirigente
sindaacle, che in conclusione evidenzia "la mancanza di un coinvolgimento
attivo delle parti sociali, considerato determinante in tutti i paesi dove
l'apprendimento duale è serio e qualificato perché indispensabile per
promuovere e supportare la capacità formativa dei contesti lavorativi".
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