Convegno Agid, 15
gennaio 2016
C’è un urgente bisogno di competenze digitali nel nostro
Paese, occorre colmare il gap rispetto alle altre economie sviluppate favorendo
una visione sistemica del problema. È l’appello emerso nel convegno “Cultura
digitale, un investimento per la società” che si è svolto a Roma il 15 gennaio
scorso, in occasione della presentazione dell’Osservatorio delle Competenze
Digitali, condotto dalle principali associazioni Ict, AICA, Assinform, Assintel
e Assinter Italia e promosso dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e
realizzato da NetConsultingcube.
Nel Rapporto, giunto alla sua seconda edizione, si mette in
evidenza che lo sviluppo di una cultura digitale è strategico ed è un bisogno
prioritario a cui occorre rispondere rafforzando l’impegno e stimolando gli interventi a quattro livelli
principali: i cittadini (promuovendo azioni di educazione digitale diffusa), la
Pa e le Istituzioni (accellerando l’e-Government e la dematerializzazione), le
imprese (con strumenti che favoriscono l’innovazione e accrescono la
competitività) e il mondo della scuola (dove va favorita la cultura digitale ed
ogni livello, a tutti i docenti e studenti, in ogni indirizzo scolastico). Si
sottolinea inoltre la necessità di una condivisione strategica degli obiettivi comuni,
per amplificare e velocizzare il dialogo tra mondo dell’istruzione e del
lavoro. Fra le indicazioni operative si ricorda, ad esempio, il bisogno di
accelerare la definizione di una rinnovata normativa per gli Ifts, realizzare
una piattaforma nazionale dei contenuti didattici digitali, introdurre
innovativi percorsi di formazione accademici, promuovere attività di tutoraggio
extra curricolari, supportare un maggiore rapporto fra il mondo dell’istruzione
e i bisogni del mercato del lavoro. Tutto questo sarebbe possibile creando le
condizioni per un “ecosistema collaborativo” delle competenze digitali nato
dalla collaborazione attiva di tutti gli attori sociali coinvolti.
Fra i dati che misurano le maggiori criticità, nel Rapporto
si rileva che in Italia c’è uno scarso livello di copertura delle competenze
Ict (definite sulla base del sistema europeo e-Competence Framework), misurato
come simultanea presenza di tutte le componenti necessarie, livello che varia
dal 73% delle aziende Ict al 67% delle società in house delle Regioni e
Province Autonome al 48% delle aziende utenti, per poi scendere al 41% nella Pa
Centrale e al 37% nella Pa Locale. Mentre in tema di osmosi scuola-lavoro, lo
studio rileva che il 60% delle aziende e degli Enti ha rapporti continuativi
con il mondo accademico, finalizzati prevalentemente ad assorbire risorse già
formate per attività di stage, nonché di supporto a tesi di laurea
sperimentali. Poche infatti sono le realtà che partecipano ai comitati di
indirizzo dei corsi di studio. I rapporti con gli Istituti Tecnici/Istituti di
Istruzione Secondaria sono scarsi: solo il 27,3% delle aziende Ict e il 22% di
aziende utenti ed Enti Pubblici li dichiarano.
Al convegno è intervenuto anche Damien Lanfrey, (Segreteria
tecnica del Miur) il quale ha presentato il Piano nazionale Scuola digitale, il
documento di indirizzo del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola
italiana, un piano che non insiste tanto sulla dimensione tecnologica quanto
sulla dimensione culturale ed educativa “un’azione culturale, che parte da
un’idea rinnovata di scuola, intesa come spazio aperto per l’apprendimento e
non unicamente luogo fisico, e come piattaforma che metta gli studenti nelle
condizioni di sviluppare le competenze per la vita”.
Per approfondire:
-
Osservatorio delle Competenze Digitali 2015:
Nessun commento:
Posta un commento