Longobardi (presidente nazionale) alla Orlandi (Entrate):
“Strumento utile con criticità da superare”
Roma, 26 gennaio 2016 – “Il cassetto fiscale ha contributo
ad agevolare il lavoro dei contribuenti e di molti operatori, primi fra tutti i
commercialisti. Ma presenta delle criticità che vanno superate per renderlo
ancor più efficace”. E’ quanto scrive il presidente dei commercialisti
italiani, Gerardo Longobardi, in una lettera inviata al direttore dell’Agenzia
delle Entrate, Rossella Orlandi. Le proposte migliorative dei commercialisti,
fatte pervenire alle Entrate, sono contenute in un documento predisposto dalla
Commissione “Tecnologie informatiche negli studi e negli Ordini”, che rientra
nell’area di delega del consigliere nazionale Maurizio Grosso.
I commercialisti chiedono innanzitutto di aumentare il
numero di intermediari contemporaneamente delegabili da ogni singolo
contribuente. “La previsione di un numero limitato ed esiguo di soggetti
delegabili per la consultazione dei dati del cassetto fiscale dello stesso
contribuente – spiega Longobardi - non è
coerente con la finalità stessa dello strumento”. I commercialisti sottolineano
come la possibilità di costituire uno o più procuratori speciali che compiano,
anche disgiuntamente, atti in sua rappresentanza, rientri nei diritti di
ciascun contribuente e aggiungono come, alla luce dei principi generali del
diritto civile, non si ravvisino impedimenti ad estendere il numero di soggetti
abilitati ad interfacciarsi con l’Amministrazione finanziaria in rappresentanza
del contribuente.
La professione propone inoltre di velocizzare la procedure
di attivazione del Cassetto fiscale. “Suggeriamo – afferma Maurizio Grosso - di
utilizzare una piattaforma dell’Agenzia delle Entrate che prepari il documento
informatico di richiesta firmabile digitalmente dal contribuente e
dall’intermediario, in questo caso munito di procura speciale cartacea firmata
dal cliente e autenticata dal professionista tramite apposizione sul documento
della propria firma autografa o digitale da tenere a disposizione di un
“uplodatore” alla richiesta”. Questo sistema dovrebbe anche prevedere, secondo
Grosso, “l’invio a stretto giro dell’intero codice di attivazione all’indirizzo
di posta elettronica certificata del soggetto firmatario la richiesta, sia che
si tratti di un contribuente, sia che si tratti di un intermediario delegato”.
Questa procedura, secondo i commercialisti, altre a ridurre i tempi per
l’ottenimento dell’accesso, consentirebbe di evitare il rischio, legato
all’attuale modalità, di smarrimento del codice di attivazione da parte del
contribuente o quello di mancata consegna dello stesso all’intermediario.
I commercialisti chiedono infine di prevedere una scadenza
illimitata della delega/procura speciale, così come già previsto in un ambito
analogo dall’Inps. Al momento la durata della delega è limitata a quattro anni.
L’adempimento di rinnovo della delega, soprattutto nei periodi di scadenze
fiscali, complica inutilmente, secondo i commercialisti, l’attività degli
intermediari.
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