Ddl caporalato: "Grande passo in avanti. Rafforziamo il
lavoro di qualità, garantiamo accoglienza, tuteliamo le vittime, inaspriamo le
pene"
Dichiarazione della Sottosegretaria Teresa Bellanova
"Un grande passo in avanti, esito di un lavoro corale e
condiviso capace di guardare e intervenire da tutti i versanti possibili sulla
complessità di questo fenomeno. Inasprendo le pene, colpendo i guadagni
illeciti, ma anche rafforzando la rete del lavoro agricolo di qualità e
l'accoglienza ed estendendo le tutele per le vittime di tratta ai lavoratori
agricoli vittime del caporalato. Per chi come me combatte da sempre questa
piaga e questa offesa radicale della dignità umana e del lavoro una immensa soddisfazione".
Così Teresa Bellanova, Sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche sociali, a
poche ore dall'approvazione in Consiglio dei Ministri del Disegno di legge
contro il caporalato e il lavoro nero in agricoltura.
"Come avevamo potuto anticipare nei giorni scorsi e
come aveva espressamente chiesto il Presidente del Consiglio che ha voluto, su
questo tema specifico, fissare un punto inequivoco di non ritorno, combattiamo
alla radice il caporalato e la riduzione in schiavitù agendo su una rete di
strumenti tesi a restituire dignità al lavoro, alle lavoratrici e ai lavoratori
dell'agricoltura, italiani e stranieri. Questo è l'obiettivo della Rete del
lavoro di qualità che con il Disegno di legge si amplia, aprendosi agli
sportelli unici per l'immigrazione, alle istituzioni locali, ai centri per
l'impiego e agli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di
lavoro e dei lavoratori in agricoltura e ai soggetti abilitati al trasporto di
persone per il trasporto dei lavoratori agricoli, così come ci era stato
sollecitato da più parti.
Ed è la ragione per cui il Disegno di legge, che sono certa
il Parlamento vorrà approvare in tempi rapidi, individua nella qualità
dell'accoglienza che siamo capaci di mettere in campo un altro modo per
combattere e contrastare il caporalato e il lavoro nero, strappando lavoratrici
e lavoratori all'offesa dei ghetti ma anche all'avidità di quei caporali che
contemporaneamente gestiscono illegalmente forme al limite dell'umano di pseudo
stanzialità. Basta con le tendopoli per i braccianti immigrati, e con i ghetti
per i lavoratori e le lavoratrici stagionali. In questo, l'apporto delle
Istituzioni regionali e territoriali sarà fondamentale".
Nessun commento:
Posta un commento