L’Unione Europea e i liberi professionisti
Il 20 novembre a Roma il confronto con i rappresentanti del
mondo professionale
Roma, 16 novembre 2015 - Prosegue il dialogo sul ruolo dei
liberi professionisti all’interno del contesto europeo. Su questo tema,
infatti, si confronteranno i maggiori rappresentanti del mondo professionale
nel corso di una tavola rotonda organizzata nell'ambito di un convegno in
programma il 20 novembre, a Roma, presso la sala delle Bandiere del Parlamento
europeo. Al dibattito parteciperanno: la Presidente del Comitato Unitario
Professioni e membro del Comitato Economico e Sociale Europeo, Marina Calderone;
il Presidente Confprofessioni, Gaetano Stella; il Coordinatore Rete Professioni
Tecniche, Armando Zambrano e il Presidente della Federazione Ordini Farmacisti
Italiani, Sen. Andrea Mandelli.
I professionisti si soffermeranno sulla necessità di
diffondere in Europa il modello ordinistico, che può favorire un nuovo
programma di sviluppo dell’economia europea. La battaglia per la difesa del
valore sociale delle professioni ordinistiche italiane è giustificata
dall’avvio del TTIP, l'accordo di libero scambio tra Unione Europea e USA in
fase di negoziazione, con il quale le libere professioni italiane rischiano di
cedere il posto alle multinazionali straniere. Sulla carta lo scopo
dell'accordo TTIP è la riduzione di dazi e altre limitazioni al commercio, agli
investimenti e alla libera circolazione dei servizi, per assicurare il massimo
livello di tutela, certezza e parità di condizioni agli investitori europei in
USA. Ma la liberalizzazione riguarda anche i servizi, compresi quelli
professionali. “Per le professioni ordinistiche”, spiega la Presidente del
Comitato Unitario Professioni, Marina Calderone, “uno scenario di
liberalizzazioni spinto potrebbe minare la natura stessa del nostro sistema,
che svolge il ruolo di garante a tutela dei cittadini e con una precisa
funzione sussidiaria nei confronti delle Pubblica Amministrazione e delle
Istituzioni”. Un rischio che potrà essere arginato grazie alla recente nomina -
proposta dal Consiglio dei Ministri - della Presidente Marina Calderone al
Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE); primo riconoscimento comunitario
per gli Ordini italiani, che adesso saranno rappresentati a Bruxelles fino al
2020.
Un segnale di forte disponibilità al confronto con le
professioni è giunto più volte, negli ultimi tempi, dall’Unione Europea. A
partire dal coinvolgimento dei professionisti nel piano d’azione per
l’Imprenditorialità 2020, il programma che permette di usufruire delle stesse
opportunità a disposizione delle piccole e medie imprese, e nell’Assemblea
generale delle PMI, che avrà luogo il 19 e 20 novembre in Lussemburgo. In
questa direzione va anche il “Protocollo di intesa in materia di politiche e
misure per il rafforzamento della competitività dei professionisti”, siglato
tra il Ministero dello Sviluppo Economico e le Regioni, che permette di
velocizzare l’accesso dei professionisti ai fondi europei (risorse che per
l’anno 2015 ammontano a 260 milioni di euro).
Il sistema ordinistico italiano viene, così, rafforzato
nella forma e nella sostanza e portato come esempio virtuoso da emulare nel
resto d'Europa. Per le professioni diventa indispensabile proseguire con tutte
quelle iniziative che possono fornire un sostegno finanziario ai giovani
professionisti e al tempo stesso riconoscere il loro valore sociale anche fuori
dall’Italia. L’internazionalizzazione delle professioni italiane è una grande opportunità
per tutti. Ma è necessario – secondo le professioni -poter assistere le aziende
sul mercato globale, sia quelle che decidono di delocalizzare, sia quelle che
pur restando in Italia vogliono esplorare nuove opportunità di sviluppo.
L’obiettivo di questo convegno - che avrà le conclusioni del
Vice Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani e del Sottosegretario al
Ministero dello Sviluppo Economico, Simona Vicari - è quello di costruire nuove
strade di cooperazione per rimarcare il ruolo e la rilevanza dei professionisti
nell’economia e nel mercato del lavoro europeo.
Nessun commento:
Posta un commento