Crescono le piccole attività imprenditoriali avviate da
immigrati. Sono circa 110 mila, infatti, i conti correnti small business
intestati a cittadini stranieri che hanno avviato un’attività nel 2014, in
crescita di circa il 10% rispetto all’anno precedente. Lo rileva il rapporto
dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti, gestito
dal CeSPI, il Centro Studi di Politica Internazionale, in collaborazione con
ABI e finanziato dal Ministero dell’Interno e dalla Commissione Europea,
secondo il quale il trend di crescita si è mantenuto costante tra il 2010 e il
2014.
Il rapporto - in parte anticipato nell’ultimo Dossier
Statistico Immigrazione 2015 del Centro Studi e Ricerche IDOS - sarà presentato
al prossimo Forum CSR 2015 che si tiene l’1 e il 2 dicembre a Palazzo Altieri a
Roma. La due giorni, organizzata dall’Associazione bancaria per approfondire i temi
della responsabilità sociale, sarà anche l’occasione per analizzare, con tutti
i principali operatori del settore, il fenomeno migratorio in Italia, con particolare
attenzione al ruolo delle banche nel processo di inclusione finanziaria e di supporto
alle famiglie e ai piccoli imprenditori immigrati. Proprio questi ultimi rappresentano
circa l’8,6% del sistema produttivo italiano e sono i principali responsabili del
saldo positivo fra imprese aperte e imprese chiuse nel corso del 2014.
Migranti e micro-imprese:
l’identikit delle piccole aziende dei nuovi italiani
Secondo l’indagine messa a punto dall’Osservatorio, le
aziende gestite dagli imprenditori immigrati sono soprattutto micro-imprese che
si occupano di attività professionali o artigianali. Sono intestate a persone
fisiche: nel 31% dei casi si tratta di donne (era il 26% nel 2011), percentuale
questa che raggiunge il 70% nella comunità ucraina; il 60% in quella filippina
e polacca; il 46% in quella cinese. Le imprese immigrate, dunque, si tengono sempre
più di rosa, soprattutto al sud dove il segmento femminile pesa per il 44%.
Sempre secondo il rapporto ABI-CeSPI, le aziende dei nuovi
italiani dispongono mediamente di meno di 10 addetti, con un fatturato annuo
inferiore ai 2 milioni di euro.
Si tratta dunque di aziende piccole, ma sempre più
proiettate verso l’estero: dall’analisi sperimentale condotta dall’Osservatorio
con ISTAT e ICE, infatti, emerge come le imprese a titolarità immigrata che
hanno rapporti commerciali col proprio paese d’origine rappresentino
rispettivamente il 29% delle imprese italiane esportatrici e il 39% delle importatrici.
“Ambasciatrici” o fornitrici delle filiere produttive tipiche del Made in
Italy, le imprese a titolarità immigrata mostrano quindi un dinamismo e una spiccata
vocazione all’internazionalizzazione, che rappresenta un’opportunità per il
mondo finanziario oltre che un contributo significativo all’intero
Sistema-Paese.
Secondo i dati dell’Osservatorio, il settore bancario è il
principale interlocutore delle micro-imprese immigrate a cui offre sostegno e
assistenza nelle diverse fasi di avvio, sviluppo e crescita dell’attività
imprenditoriale. Nel 2014, tra le imprese clienti di banche italiane e
BancoPosta sono cresciute soprattutto quelle cinesi, seguite dalle rumene, le albanesi,
le marocchine e quelle del Bangladesh. Se guardiamo alla singola comunità di migranti,
a crescere in modo significativo sono soprattutto le micro-imprese di cittadini
del Bangladesh, ma anche di Senegal, Pakistan e Ucraina. In ogni caso, l’80%
dei piccoli imprenditori immigrati che hanno un conto corrente small business
presso il sistema finanziario italiano proviene da Europa e Asia.
Per quanto riguarda la distribuzione delle imprese di
migranti sul territorio nazionale, il maggior numero di conti correnti small
business si concentra nelle regioni del Centro Italia e in particolare a Roma,
confermando una vivacità imprenditoriale già evidenziata in passato.
Il sostegno del settore finanziario alle imprese immigrate
passa certamente attraverso il credito che costituisce un fattore essenziale
per la crescita e lo sviluppo dell’attività. Nel 2014, il numero di
finanziamenti ai piccoli imprenditori migranti è cresciuta del 2,5% rispetto al
2013, portando l’incidenza dei finanziamenti sul totale dei conti correnti al 39%
(dato che sale al 43% nel Centro Italia). Questo incremento è trainato dalla componente
a breve termine, anche se quella a lungo resta prevalente e riguarda il 56% dei
finanziamenti in essere. A fare maggior ricorso al credito a medio-lungo
termine sono soprattutto i piccoli imprenditori che provengono da Filippine
(62%), Albania (62%), Perù (61%), Moldova (61%) e Ucraina (59%).
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