Federmodaitalia-Confcommercio commenta la proposta di
Federdistribuzione di far scattare i saldi invernali sabato 2 gennaio prossimo,
in anticipo di tre giorni sulla data prevista: " posizione iperliberista
contro quel multibrand che con grandissima fatica ha resistito in questi anni
difficili".
"Una posizione iperliberista che è un'evidente
aggressione nei confronti del dettaglio tradizionale indipendente, di quel
multibrand che con grandissima fatica ha resistito in questi anni
difficili". Così Renato Borghi, presidente di
Federmodaitalia-Confcommercio, commenta la proposta di Federdistribuzione di
far scattare i saldi invernali sabato 2 gennaio prossimo, in anticipo di tre
giorni sulla data prevista, in quanto un avvio di martedì "rappresenta un
elemento di penalizzazione perché potrebbe ridurre le vendite del fine settimana
immediatamente precedente e farebbe
partire senza la necessaria spinta i saldi stessi", parlando altresì di
700 milioni di possibile mancato incasso. Borghi, in una lettera agli
associati, evidenzia che per la categoria "i saldi rappresentano veramente
le vendite di fine stagione e hanno lo scopo di esitare le sempre pesantissime
rimanenze che si generano inevitabilmente nel sistema della filiera a causa dei
rapporti con una produzione vorace e vessatoria (vedi clausole sulle conferme
d'ordine). Le nostre imprese sono obbligate a comprare otto mesi prima sulla
base di previsione stilistiche fatte dai fornitori e su ipotesi di vendite, per
definizione aleatorie; debbono acquistare quantitativi minimi, spesso intere
collezioni (anche quello che non interessa); non vengono a loro concessi resi
di fine stagione e le condizioni di pagamento rigidissime compensano i
180-240-360 giorni che sono invece imposti dalla grande distribuzione ai
fornitori". E' per questo che Federmodaitalia si dice convinta che "sia
sempre più necessario effettuare le vendite di fine stagione alla fine del mese
di gennaio: avanti di questo passo ci proporranno di effettuare i saldi a metà
del mese di dicembre". Appare chiaro, poi, che con i saldi sempre più
anticipati – conclude Borghi - assisteremo ad una contrazione delle vendite nel
mese di dicembre, nel periodo natalizio L'affermazione poi che il giorno 5 non
va bene perché cade di giorno feriale è letteralmente infondata: il 2 di
gennaio l'anno venturo cade di lunedì (quindi l'anno prossimo i saldi li faremo
sabato 31 dicembre? E l'anno dopo?)".
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