Inoltre,
è attesa per oggi una seconda scrematura, attraverso la quale la Commissione
limiterà a 500 le proposte di modifica.
Sul
fronte lavoro, i nodi sul pettine sono quelli legati al Tfr in busta paga, alla
tassazione sui fondi pensione e sulle casse previdenziali, ai patronati ed ai
minimi per gli autonomi.
Tuttavia,
attesa l’impossibilità di garantire un’ulteriore copertura finanziaria, sostanziali
modifiche al testo attuale della manovra
appaiono improbabili.
Tra
gli emendamenti ritenuti inammissibili, si segnalano quelli recanti la firma
degli esponenti del Pd Maino Marchi e Marco Causi, finalizzati all’assoggettamento
dell'anticipo del Tfr in busta paga ad un sistema di tassazione separata.
Stessa
sorte è toccata alla proposta di Stefano Fassina, che aveva chiesto sia di
destinare anche agli statali il Tfr in busta paga, che di addossare i costi
della stessa misura ai datori di lavoro nelle imprese con meno di 50
dipendenti.
Le
suddette proposte di modifica sono risultate, infatti, prive della necessaria
copertura finanziaria.
Tuttavia,
il Governo si è detto disposto ad apportare alcuni accorgimenti sulla
tassazione del trattamento di fine rapporto, nonché sulle aliquote dei fondi
pensione, che, questa è l’ipotesi, potrebbero scendere dal 20% al 15%, a patto
che le mancate entrate vengano compensate con altro gettito.
In
conclusione, lo scontro sulla Legge di Stabilità 2015 è solo all’inizio.
Valerio
Pollastrini
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