“Timidi segnali
positivi per l’economia del Paese si intravedono, ma la ripresa, come temevamo,
fatica a irrobustirsi perché soprattutto le imprese restano penalizzate e non
hanno fiducia nel futuro. Non si fanno investimenti, non si scommette su nuove
produzioni, si tengono i remi in barca in attesa di nuove turbolenze”. Così il
presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commentando l’analisi Istat secondo
cui l’indicatore anticipatore dell’economia rimane positivo a novembre, sebbene
con una intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti. Secondo il
presidente di Unimpresa “alla lunga stiamo pagando il conto di anni di
recessioni e di misure varate dai governi che si sono succeduti a partire dal
2011: una lunghissima serie di interventi che hanno massacrato sia le aziende
sia le famiglie, con una crescita esponenziale della pressione fiscale, a tutti
i livelli, che non solo si è rivelata insostenibile per i contribuenti, ma si è
pure trasformata in un autogol per le prospettive di crescita”.A cura del Dott. Valerio Pollastrini, Consulente del Lavoro
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venerdì 5 febbraio 2016
Longobardi (Unimpresa), timidi segnali positivi per ripresa ma imprese soffrono
Unimpresa,
Comunicato Stampa del 5 febbraio 2016
“Timidi segnali
positivi per l’economia del Paese si intravedono, ma la ripresa, come temevamo,
fatica a irrobustirsi perché soprattutto le imprese restano penalizzate e non
hanno fiducia nel futuro. Non si fanno investimenti, non si scommette su nuove
produzioni, si tengono i remi in barca in attesa di nuove turbolenze”. Così il
presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commentando l’analisi Istat secondo
cui l’indicatore anticipatore dell’economia rimane positivo a novembre, sebbene
con una intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti. Secondo il
presidente di Unimpresa “alla lunga stiamo pagando il conto di anni di
recessioni e di misure varate dai governi che si sono succeduti a partire dal
2011: una lunghissima serie di interventi che hanno massacrato sia le aziende
sia le famiglie, con una crescita esponenziale della pressione fiscale, a tutti
i livelli, che non solo si è rivelata insostenibile per i contribuenti, ma si è
pure trasformata in un autogol per le prospettive di crescita”.
“Timidi segnali
positivi per l’economia del Paese si intravedono, ma la ripresa, come temevamo,
fatica a irrobustirsi perché soprattutto le imprese restano penalizzate e non
hanno fiducia nel futuro. Non si fanno investimenti, non si scommette su nuove
produzioni, si tengono i remi in barca in attesa di nuove turbolenze”. Così il
presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commentando l’analisi Istat secondo
cui l’indicatore anticipatore dell’economia rimane positivo a novembre, sebbene
con una intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti. Secondo il
presidente di Unimpresa “alla lunga stiamo pagando il conto di anni di
recessioni e di misure varate dai governi che si sono succeduti a partire dal
2011: una lunghissima serie di interventi che hanno massacrato sia le aziende
sia le famiglie, con una crescita esponenziale della pressione fiscale, a tutti
i livelli, che non solo si è rivelata insostenibile per i contribuenti, ma si è
pure trasformata in un autogol per le prospettive di crescita”.
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