“Il mercato interno è
ancora in difficoltà. I dati Istat ci confermano – ancora una volta – la
sostanziale stasi dei prezzi, a dimostrazione di come la domanda delle
famiglie, nonostante le aspettative, sia ancora debole. E di come il rischio
deflazione non sia ancora del tutto scongiurato”. Così l’Ufficio Economico
Confesercenti sulle stime provvisorie sull’inflazione di gennaio diffuse oggi
dall’Istituto nazionale di statistica.
“Anche a gennaio ci troviamo
di fronte ad un quadro di calma piatta, fatto di segnali contrastanti
che si annullano fra loro. Il tasso di inflazione diminuisce di due decimali
sul mese, ma aumenta dello 0,3% sull’anno. Continua, insomma, il trend degli
ultimi mesi, fatto di variazioni altalenanti legate prevalentemente all’andamento
dei beni energetici e, in misura minore, alla stagionalità di alcuni prodotti,
come quelli alimentari”.
“Complessivamente – spiega l’Ufficio Economico – l’andamento
dei prezzi rispecchia la condizione di persistente debolezza del mercato
interno, dovuta ad una ripresa dei consumi delle famiglie molto più fiacca di
quanto si sperasse. Nel frattempo le imprese che a questo mercato fanno
riferimento continuano a chiudere. Solo nel 2015, in Italia, sono spariti
29mila tra negozi, hotel e pubblici esercizi. E chi rimane aperto continua ad
essere incerto sulle prospettive di ripresa della domanda. Un quadro di
stagnazione particolarmente evidente in Italia, ma che condividiamo con il
resto dell’area Euro. Per uscirne sono più che mai necessari nuovi interventi
della Bce per portare l’inflazione verso gli obiettivi. In questo scenario,
infatti, e con una inflazione acquisita per il 2016 negativa (-0,4%), è
altamente possibile che in Italia torni ad affacciarsi il rischio deflazione,
purtroppo già reale in diverse città italiane”.
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