Longobardi: "E' una conferma dell’attuabilità della
nostra proposta"
Roma, 18 gennaio 2016 - "Una decisione importante che
conferma esplicitamente la posizione dei commercialisti in materia di
transazione fiscale". E' questo il commento del presidente dei
commercialisti italiani, Gerardo Longobardi, alle conclusioni presentate il 14
gennaio 2016 dall'Avvocato Generale della Corte Giustizia UE (Eleanor
Sharpston) nella causa C-546/14 [Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta
dal Tribunale di Udine].
L'Avvocato Generale ha riconosciuto che i principi
comunitari non precludono ad uno Stato membro di accettare un pagamento
parziale del debito IVA da parte di un imprenditore in difficoltà finanziaria,
nel corso di un concordato preventivo basato sulla liquidazione del suo
patrimonio, a condizione che un esperto indipendente attesti che non si
otterrebbe un pagamento maggiore di tale credito in caso di fallimento.
Nelle scorse settimane, i commercialisti avevano formulato
una proposta di riforma dell'istituto della transazione fiscale (art. 182-ter
L.F.) - contenuta nel documento "Il contributo del CNDCEC alla riforma
della crisi di impresa - Profili tributari" presentato alla Commissione
Rordorf - che prevedeva proprio la possibilità di una "falcidia" del
debito IVA.
"Le conclusioni rassegnate dall'Avvocato generale -
spiega Longobardi - rappresentano una novità estremamente significativa. Per
anni la giurisprudenza domestica aveva negato agli imprenditori in crisi la
possibilità di pagamenti parziali del debito IVA, motivando questo rifiuto
proprio perché si sarebbe trattato di limitare la riscossione di risorse
proprie dell’Unione Europea. L'esplicita presa di posizione assunta nei giorni
scorsi dall’Avvocato generale fa chiarezza sulla materia e rafforza la
fattibilità della nostra proposta che ci auguriamo a questo punto trovi a breve
spazio in un provvedimento normativo".
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