Presentata la seconda edizione dell'Osservatorio delle
Competenze Digitali, condotto dalle principali associazioni ICT (Aica,
Assinform, Assintel e Assinter Italia) e promosso dall'Agenzia per l'Italia
Digitale. Nel nostro Paese la cultura e le competenze digitali non riescono a
tenere il passo con la società e l'economia.
La trasformazione digitale in atto impone ai singoli mercati e alle società di
adeguarsi, innescando processi virtuosi di innovazione, Ma per farlo occorrono
le giuste competenze, che nel nostro Paese in parte ancora mancano, sia per
l'assenza di una strategia di lungo periodo che coinvolga aziende e sistema
formativo, sia per un digitai divide ancora strutturale. Mentre si attende di
misurare i primi effetti di una riforma della scuola che dovrebbe favorire ii
riallineamento tra formazione e domanda di competenze e di un Job Act che
sembra valorizzare le peculiarità dei mestieri più innovativi, il sistema
imprenditoriale muove passi importanti per favorire questo processo. E' quanto
emerge daila seconda edizione dell'Osservatorio delle Competenze Digitali,
condotto dalle principali associazioni ICT (Aica, Assinform, Assintel e
Assinter Italia), promosso dall'Agenzil per l'Italia Digitale (AglD) e
realizzato da NetConsultingcube, presentato a Roma. In sintesi, i dati
dell'Osservatorio evidenziano come in Italia la cultura e le competenze
digitali non riescano a tenere il passo con la società e l'economia; il rischio
è che il nostro Paese accentui il ritardo rispetto alle altre economie
sviluppate. Il messaggio che emerge dallo studio non può che concentrarsi
dunque sulla necessità di una condivisione strategica, volta ad amplificare e
velocizzare il dialogo tra mondo dell'Istruzione e del lavoro. E‘ necessario,
ad esempio, nel breve, accelerare la definizione di una rinnovata normativa per
gli IFTS, realizzare una piattaforma nazionale dei contenuti didattici
digitali, introdurre innovativi percorsi dì formazione accademici, promuovere
attività di tutoraggio extra curricolari. Giorgio Rapari, presidente di
Assintel, ha sottolineato che "lo studio dimostra come su temi specifici
rappresentanze diverse possono lavorare insieme. Per chi ha già un impiego è
fondamentale la formazione, finalizzata alla stesura di piani di
coprogettazione, mentre per chi è ancora alle prese con gli studi l'esperienza
scuola-lavoro va trasformata pienamente in
inserimento dalla scuola al lavoro".
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