Oltre il 30% delle sofferenze delle banche è riconducibile
al settore immobiliare. Su 201,1 miliardi di euro di prestiti non rimborsati
agli istituti di credito, più del 21% è legato al comparo costruzioni e il 10%
circa è riferito ad altre attività immobiliari (come intermediazione, fondi e
gestione): si tratta rispettivamente di 43,7 miliardi e di 20,3 miliardi per un
totale di 64 miliardi. Questi di dati principali di una analisi del Centro
studi di Unimpresa, secondo cui le sofferenze legate all’attività d’impresa
ammontano complessivamente a quasi 129 miliardi.
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della
Banca d’Italia, il totale delle sofferenze delle aziende e delle imprese
familiari ammonta a 128,8 miliardi cifra che corrispondete al 64,11%
dell’ammontare complessivo di tutti i finanziamenti arretrati (201,1 miliardi).
Le sofferenze legate alle attività manifatturiere sono pari a 37,7 miliardi
(18,76% del totale), quelle del settore del commercio a 27,1 miliardi (13,51%
del totale). Le sofferenze legate al “mattone” sono in totale 64,1 miliardi
pari al 31,85% del totale: i prestiti in ritardo del comparto costruzioni
ammontano a 43,7 miliardi (21,75%), mentre quelle di altre attività immobiliari
(come intermediazione, fondi e gestione) ammontano a 20,3 miliardi (10,10%).
In totale le sofferenze sono passate dai 181,1 miliardi di
novembre 2014 ai 201,1 miliardi di novembre 2015 (+10,98%) in aumento di 19,8
miliardi. Nel dettaglio, la quota di sofferenze che fa capo alle imprese è
salita da 129,9 miliardi a 143,3 (+10,29%) in aumento di 13,3 miliardi. La
fetta relativa alle famiglie è cresciuta da 33,8 miliardi a 37,3 miliardi
(+10,33%) in salita di 3,4 miliardi. Per le imprese familiari c’è stato un
aumento di 1,1 miliardi da 14,8 miliardi a 15,9 miliardi (+8,01%). Le “altre”
sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da
2,5 a 4,3 miliardi (+73,16%) con 1,8 miliardi miliardi in più. A novembre 2014
le sofferenze corrispondevano al 12,81% dei prestiti bancari (1.413,8
miliardi), percentuale salita al 14,11% a novembre scorso, quando i
finanziamenti degli istituti erano passati a 1.424,7 miliardi. Rispetto alla
fine del 2010 le sofferenze sono più che raddoppiate: in quasi cinque anni, da
dicembre 2010 a novembre 2015, quando hanno toccato un nuovo record, sono
salite da 77,8 miliardi a 201,1 miliardi in salita di oltre 120 miliardi. A
fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi.
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