Record di bot e btp per gli investitori esteri che detengono
il 29% dei titoli pubblici in circolazione, pari a oltre 534 miliardi. Nella
classifica dei detentori di obbligazioni emesse dal Tesoro, ci sono poi le
banche italiane con 364 miliardi (20%), le assicurazioni italiane con 286
miliardi (15%), le famiglie italiane con 242 miliardi (13%), la Banca d’Italia
con 126 miliardi (7%), la Banca centrale europea con 60 miliardi (3%), i fondi
di investimento italiani con 58 miliardi (3%). Questi i dati di un’analisi del
Centro studi di Unimpresa, secondo cui sono in circolazione 1.829,8 miliardi
mentre il debito pubblico ammonta a 2.095,9 miliardi. Ma in Italia,
complessivamente, risiedono due terzi di titoli pubblici (67%) per un totale di
1.235 miliardi, mentre all’estero risultano più di 594 miliardi (32%).
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della
Banca d’Italia, su 2.095,9 miliardi complessivi di debito pubblico 1.829,8
miliardi corrispondono a titoli di Stato, cioè bot, btp, cct, ctz.. La Banca
centrale europea detiene obbligazioni emesse dal Tesoro pari a 60,3 miliardi
(3,30%) del totale, gli investitori stranieri (per lo più banche) detengono
534,3 miliardi (29,20%): in totale la quota di bond pubblici italiani detenuta
all’estero è pari a 594,6 miliardi (32,50%). Dentro i nostri confini, la Banca
d’Italia ha titoli pubblici per 126,2 miliardi (6,90%), nei portafogli delle
famiglie ci sono bot, btp, cct e ctz per 242,4 miliardi (19,90%), le banche
hanno titoli per 364,1 miliardi (15,65%), le assicurazioni per 286,3 miliardi,
i fondi d’investimento per 58,5 miliardi; altri 157,3 miliardi (8,60%) sono
suddivisi tra altri investitori italiani non classificati: complessivamente, la
quota di bond pubblici italiani in mano a investitori italiani è pari a 1.235,1
miliardi (67,50%).
“Dipendiamo meno dall’estero e questo è un bene. Questa
situazione dovrebbe dare spinta e coraggio al governo per dare impulso alle
riforme, sulle quali non pende più la spada di Damocle degli investitori
stranieri sempre pronti a dettare la legge anche lontano da casa” commenta il
presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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