All’inizio dell’autunno le dinamiche globali e italiane
confermano in gran parte lo scenario messo a fuoco dal CSC a metà settembre.
Con due varianti, peraltro già ipotizzate come rischi.
In negativo, il commercio mondiale non ha messo a segno in
estate il rimbalzo che ci si attendeva e si profila un aumento degli scambi
internazionali ancora più fiacco di quello già considerato un mese fa, sia
quest’anno (+0,5% contro +1,5%) sia il prossimo (+1,6% contro +3,6%). Se queste
nuove stime, basate sull’andamento nel terzo trimestre e sulle variazioni medie
mensili degli ultimi tre anni, trovassero via via conferma nei dati, il PIL
italiano subirebbe una decurtazione di 0,1 punti percentuali nel 2015 e di 0,3
punti nel 2016.
In positivo gioca, invece, la manovra del Governo, sia per
la qualità di alcune misure varate sia per l’entità del finanziamento in
deficit. Nel complesso, secondo la valutazione CSC delle informazioni a oggi
disponibili, la Legge di stabilità ha un impatto positivo pari allo 0,3% del
PIL nel 2016; solo una piccola parte di esso era stato già incluso nelle
proiezioni di settembre.
Nel complesso, quindi, la previsione di un aumento del PIL
dell’1,5% l’anno prossimo esce consolidata dalle due novità. Peraltro, le altre
variabili esterne (cambio, prezzo del petrolio e tassi a lunga) determinanti
per la previsione non si sono discostate dalle traiettorie indicate.
Rimane l’incognita della decisione della FED sul costo del
denaro USA e delle ripercussioni che potrà avere sui mercati finanziari, che
restano molto volatili riflettendo grande incertezza. Riguardo al 2015, le
ultime statistiche puntano sempre in direzione dell’accelerazione dell’economia
italiana nel corso dell’estate, trainata dalla domanda interna; qualche segnale
meno favorevole per il quarto trimestre è contenuto in alcuni indicatori
qualitativi.
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