A cura di Romano Benini
I due interventi fondamentali del nuovo sistema di
attivazione al lavoro sono costituiti dal patto di servizio con la profilazione
del disoccupato e dall’assegno di ricollocazione. Si tratta di due interventi
che sono definiti dal decreto legislativo n. 150 di riforma dei servizi per il
lavoro e delle politiche attive.
Con il patto di servizio si prevede che il disoccupato venga
preso in carico dal servizio per l’impiego e che il responsabile
dell’attivazione definisca un profilo personale di occupabilità della persona
presa in carico. Il disoccupato è poi chiamato a svolgere interventi di
formazione o ricerca attiva utili al reimpiego, che sono obbligatori per la
concessione degli ammortizzatori sociali e delle relative indennità.
Per la definizione del percorso di occupabilità il servizio
per l’impiego valuta il relativo livello tramite la cosiddetta profilazione: il
sistema di analisi del livello di occupabilità della persona, che viene
calcolato attraverso un software messo a punto dall’ANPAL, l’agenzia nazionale
per le politiche attive. La profilazione è propedeutica anche alla definizione
del valore dell’assegno di ricollocazione, che è costituito da un voucher, di
ammontare proporzionale al livello di deficit di occupabilità, che viene
concesso ad ogni disoccupato che lo richieda dopo 4 mesi dall’avvio del periodo
di disoccupazione. Con l’assegno di ricollocazione il disoccupato viene
chiamato a svolgere una attività di ricerca intensiva di lavoro, svolta dal
centro per l’impiego o dal servizio privato accreditato, che vengono remunerati
al risultato raggiunto della nuova occupazione per il disoccupato che ha
chiesto la ricollocazione. In ogni caso
il disoccupato titolare dell’assegno di ricollocazione è tenuto ad accettare
una offerta di lavoro congrua rispetto alle sue caratteristiche , valutate
dall’orientatore e profilate.
Nessun commento:
Posta un commento