Sempre meno investimenti nelle regioni del Sud. A
confermarlo è il rapporto annuale Svimez che registra un calo degli
investimenti stabili del -1% nel Mezzogiorno rispetto al +1,5% delle
regioni del Centro-Nord. Il divario
rispetto al resto del Paese si riscontra soprattutto nel settore
manifatturiero, che negli ultimi 7 anni nelle regioni meridionali ha perso
circa il 34,8% della produzione industriale. E se a questo si aggiungono i
livelli di povertà e di Pil pro capite, la distanza tra Nord e Sud si amplia
ulteriormente. Anche gli investimenti delle amministrazioni pubbliche sono
diminuite progressivamente: nel 2001 la P.A. investiva al Sud il 40,4% mentre
nel 2013 si è passati al 34%. E la dinamica sarà negativa anche nel 2015.
Primi segnali positivi giungono, invece, sul fronte dei
consumi, che quest'anno al Sud hanno raggiunto un +0,1% rispetto al +0,9% del
Centro-Nord così come nel mercato del lavoro. Nel secondo trimestre del 2015,
rispetto allo stesso periodo del 2014, il numero degli occupati nel Mezzogiorno
è cresciuto di 120mila unità (+2,1%) a fronte delle 60mila unità (+0,4%) delle
regioni settentrionali, soprattutto grazie alla decontribuzione per chia ssume
a tempo indeterminato. La Legge di Stabilità 2016, il cui testo definitivo è
ancora al vaglio in Parlamento, non sembra includere, però, piani strategici
per la ripresa ed il rafforzamento dell'occupazione nelle regioni del Sud; al
contrario si parla di decontribuzione ridotta al 40% e solo per i prossimi due
anni. Il rapporto Svimez suggerisce alcune soluzioni, approfondite
nell'articolo del Sole24Ore.
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