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In sintesi la vicenda. L’artigiano L.L. aveva contratto un
debito con un fornitore, un importo rimasto comunque basso nonostante il
passare del tempo e l’accumularsi dei relativi oneri. Il problema è sorto
quando è intervenuta anche Equitalia,
con la quale pure l’artigiano aveva un debito. Equitalia non può mettere in
vendita immediatamente la prima casa di un debitore per somme inferiori ai
120mila euro ma può agganciarsi a procedure avviate da altri. E così ha fatto.
L’azione di salvataggio è partita con la soluzione del
debito con il privato, andata rapidamente in porto, vista l’esiguità
dell’importo dovuto da L.L. Quindi è stata avviata la procedura per bloccare la
vendita dell’immobile, risolta con un accordo di rateizzazione con Equitalia.
“Questa vicenda dimostra – conclude la nota della CNA – che
il più pericoloso errore che possa commettere un piccolo imprenditore, un
artigiano, sia quello di isolarsi. La crisi ci sta insegnando, con tantissimi
casi del genere risolti dalle nostre strutture territoriali, che l’unione
invece fa la forza. E l’associazionismo è la strada, obbligatoria, che un
artigiano, un piccolo imprenditore, devono percorrere in caso di difficoltà”.
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