La possibilità di accesso al credito è determinante per il
nuovo insediamento nell’ agricoltura italiana di almeno ventimila giovani reso
possibile dall’approvazione da parte della Commissione Europea di tutti i Piani
di sviluppo rurale presentati dall’Italia. E’ quanto afferma la Coldiretti in
occasione della firma del protocollo d'intesa 'Diamo credito all'agroalimentare
italiano” tra il ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Intesa San
Paolo alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha stanziato
6 miliardi nei prossimi 3 anni per il settore che possono generare 10 miliardi
di investimenti e complessivamente 70mila nuovi posti di lavoro.
L’approvazione di tutti i Piani di sviluppo rurale (Psr)
2014-2020 da parte della Commissione europea ha formalmente garantito -
sottolinea la Coldiretti - l’avvio della nuova programmazione sullo sviluppo
rurale per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020 e le regioni hanno
iniziato la pubblicazione dei primi bandi
per i “giovani” tra 18 e 40 anni che intendono insediarsi in agricoltura
con interventi che possono arrivare ad offrire - spiega la Coldiretti - fino a
70.000 euro a fondo perduto per iniziare l'attività oltre a un contributo a
fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60%. Una
risposta alla crescente domanda di agricoltura da parte dei giovani che,
secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe’, nel 57 per cento dei casi oggi
preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale
(18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento). Ma anche - continua
la Coldiretti - un sostegno alla competitività dell’agricoltura poiché le
aziende agricole condotte dai giovani possiedono una superficie superiore di
oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento
della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.
Gli interventi non si limitano pero’ solo ai giovani ma -
sottolinea la Coldiretti – nei piani di sviluppo rurale regionali approvati ci
sono ingenti risorse destinate a investimenti in immobilizzazioni materiali e
immateriali che contribuiranno al rilancio delle aziende agricole e forestali,
favorendo un miglioramento delle prestazioni economiche, incoraggiando la
ristrutturazione e l'ammodernamento delle aziende agricole nonché la
diversificazione delle attività. Non mancano pero’ - continua la Coldiretti -
risorse per la sostenibilità delle produzioni e per il biologico, per
l’agricoltura sociale fino alla consulenza aziendale e l’innovazione che
possono sostenere la distintività ed i primati qualitativi e di sicurezza
alimentare ed ambientale dell’agricoltura italiana.
Le produzioni italiane - ricorda la Coldiretti - hanno il
primato della sanità e della sicurezza alimentare, con un record del 99 per
cento di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici
al di sotto dei limiti di legge. L’Italia ha il maggior numero di imprese
biologiche in Europa (quasi cinquantamila) che coltivano oltre un milione di
ettari di superficie bio. L’agricoltura italiana che ha scelto di non coltivare
ogm vanta inoltre la leadership nei prodotti tipici con ben 276 denominazioni
di origine riconosciute a livello comunitario e 4886 specialita' tradizionali
censite dalle regioni, mentre sono 341 vini a denominazione di origine
controllata (Doc), 74 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg)
e 123 a indicazione geografica tipica (Igt). L’Italia, infine, vanta un
paesaggio unico che - conclude Coldiretti - è meta di un crescente flusso
turistico nei 871 parchi e aree protette presenti in Italia che coprono ben il
10 per cento del territorio nazionale. Una tendenza confermata dalla crescita
dell'agriturismo che può contare su 21.000 aziende agricole. E il Paese è anche
leader europeo per il turismo enogastronomico, con un movimento annuo di circa
5 milioni di appassionati.
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