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Le ultime statistiche disponibili consentono di fare
esaminare il trend in relazione ad alcune variabili tipiche dell’economia di
impresa a cavallo tra fine del 2015 e inizio del 2016.
I fattori esogeni continuano a sostenere la ripresa: la
politica monetaria espansiva ha portato ad ottobre i tassi sui prestiti alle
imprese all’1,92%, contro il 2,66% di un anno prima; nei primi undici mesi del
2015 il prezzo del barile di petrolio in euro cala del 36,7% mentre nel periodo
il cambio euro/dollaro si è deprezzato del 16,9% rispetto alla media dei primi
undici mesi del 2014.
La demografia di impresa registra al terzo trimestre del
2015 un aumento tendenziale dello 0,4% delle imprese non agricole.
Nel manifatturiero il fatturato – nei primi dieci mesi del
2015 – sale dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con
un maggiore dinamismo del mercato estero (+2,0%) rispetto a quello interno
(+0,2%); la crescita del fatturato del manifatturiero al netto dell’energia
arriva al 2,1%.
La produzione manifatturiera nei primi dieci mesi dell’anno
sale dell’1,2%, ma è in ritardo la diffusione settoriale della ripresa; sui 24
comparti manifatturieri (divisioni Ateco 20007) ve ne sono ancora 11 che
registrano un calo della produzione nel periodo esaminato.
La ripresa del 2015 è stata sorretta dal buon andamento
delle vendite del made in Italy: nei primi dieci mesi dell’anno le esportazioni
registrano un incremento tendenziale pari a +3,5% in valore e +1,6% in volume;
la crescita in valore è sostanzialmente bilanciata tra paesi Ue (+3,5%) e paesi
Extra Ue (+3,7%), ma come abbiamo anticipato, si profila un 2016 difficile per
il commercio estero a causa del calo della domanda dei paesi emergenti.
Nelle costruzioni, nonostante il manifestarsi di qualche
timido segnale positivo, la ripresa è in ritardo: nella media dei primi dieci
mesi dell’anno la produzione è diminuita del 2,6% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente.
Nel terziario si osserva – nei primi tre trimestri dell’anno
– una crescita dell’1,8% del fatturato dei servizi, con un +1,8% nella
Manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli e un +1,5% nel Trasporto
terrestre e trasporto mediante condotte, che comprende l’autotrasporto; per
questo comparto va ricordato che il traffico di veicoli pesanti sulla rete
autostradale – nei primi nove mesi del 2015 – sale del 3,3%.
Nei primi dieci mesi del 2015, il valore delle vendite al
dettaglio segna un aumento tendenziale dell’1,0%.
Nonostante la battuta d’arresto di dicembre l’indice di
fiducia delle imprese artigiane a fine 2015 è del 15,3% superiore al livello di
un anno prima; nello stesso periodo la fiducia dei consumatori è salita del
20,7%.
Il mercato del lavoro – sulla base dell’ultimo dato
disponibile di ottobre – segna una crescita dell’occupazione dello 0,3% su base
annua e un aumento di 0,4 punti del tasso di occupazione; sale l’occupazione
dipendente (+0,9%) mentre persiste la selezione del lavoro autonomo (-1,5%).
Segnali ancora incerti dall’accumulazione di capitale: nei
primi tre trimestri dell’anno gli investimenti in macchinari, impianti e
costruzioni scendono in termini reali dell’1,2% e ad ottobre il credito alle
imprese è in flessione del 2,9% rispetto un anno prima.
Il miglioramento della congiuntura – a cui si sono affiancati
fattori climatici – ha aumentato la domanda di energia: nei primi undici mesi
del 2015 la richiesta di energia elettrica – al netto degli effetti di
calendario – è salita dell’1,4%; nello stesso periodo i consumi petroliferi
salgono del 3,5% mentre il consumo interno lordo di gas aumenta dell’8,9%.
L’esame dell’insieme degli indicatori – ne risultano in
positivo 27 su 30 – delinea una fase di ripresa ma che appare ancora debole per
sostenere una crescita del Pil che nel 2016 – secondo la Nota di aggiornamento
del DEF – dovrebbe essere dell’1,6%, sostenuta da un aumento del 3,9% del
volume delle esportazioni, più del doppio del ritmo attuale e da una salita
degli investimenti in macchinari del 3,8% e di quelli in costruzioni dell’1,4%,
invertendo l’attuale trend negativo di queste variabili macroeconomiche.
In questa prospettiva la ripresa si potrà consolidare solo
quando i segnali positivi rilevabili in questa fine 2015 si irrobustiranno e si
diffonderanno ai diversi settori; a termine di confronto nel 2010 quando il Pil
salì dell’1,7%, si registrò una salita della produzione manifatturiera del 7,1%
– con il segno positivo diffuso in 20 settori su 24 – e una crescita delle
esportazioni in volume dell’11,8%, affiancato da un aumento del 3,0% del credito
alle imprese.
Il 2016 dovrà essere l’anno del #cambiodimarcia
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