La Corea del Sud rappresenta un mercato per il made in Italy
di 4.306 milioni di euro nel 2014, pari allo 0,3% del Pil, con un trend di
crescita ininterrotto dal 2009. La crescita delle vendite delle imprese
italiane in Corea del Sud è trainata dalle esportazioni dei settori a maggiore
concentrazione di micro e piccole imprese (MPI) – selezionati tra i settori
manifatturieri in cui l’incidenza degli addetti nelle imprese fino a 50 addetti
supera il 60% – che nel 2014 valgono 1.380 milioni di euro. Nella comparazione
internazionale l’Italia è al primo posto tra i 28 Paesi dell’Unione Europea per
export nei settori di MPI, davanti a Germania e Francia. Nei primi sette mesi
del 2015 l’export verso la Corea del Sud sale del 5,8%, trainato dall’export di
MPI che balza in avanti del 19,5%, mentre le vendite negli altri settori
scendono dello 0,7%.
La crescita dell’export è stata favorita anche dalla
dinamica del tasso di cambio che nella media dei primi 9 mesi del 2015 ha
registrato un deprezzamento dell’euro nei confronti del won sud coreano
dell’11,4% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale per il
prossimo anno indicano per la Corea del Sud un aumento del volume delle
importazioni del 4,2% rispetto all’anno precedente, in linea con quella
dell’Italia e di poco superiore (0,2 punti percentuali) alla media dei Paesi
avanzati.
I principali prodotti che l’Italia esporta verso la Corea
del Sud sono Macchinari e apparecchiature n.c.a. che pesano per il 28,1% sul
totale dell’export, seguiti dagli Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e
simili (13,0% sul totale export), dagli Articoli di abbigliamento (anche in
pelle e in pelliccia) (8,6%), dai Prodotti chimici (6,1%), da Coke e prodotti
derivanti dalla raffinazione del petrolio (5,7%) e dagli Autoveicoli, rimorchi
e semirimorchi (4,6%).
La regione più esposta nei confronti del mercato della Corea
del Sud è la Toscana con un export del Manifatturiero (calcolato al netto di
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio -Ateco 2007 divisione
C 19) pari allo 0,6% del valore aggiunto regionale; seguono il Friuli Venezia
Giulia e la Lombardia con lo 0,4% del valore aggiunto regionale – sopra la media nazionale dello 0,3% -,
Emilia-Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto con lo 0,3%, Liguria, Marche e
Umbria con lo 0,2%.
La presentazione dell’Ufficio Studi durante l’incontro di
Confartigianato con la delegazione sudcoreana della SEMAS (Small Enterprise
& Market Service) e l’Appendice statistica con esposizione e dinamica
export in Corea del Sud per regione e provincia.
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