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aprile 2015, infatti, solo il 2,4% dei giovani in possesso di un impiego è
risultato inquadrato con questa particolare fattispecie contrattuale.
Persiste,
dunque, il trend negativo dell’unico contratto “formativo” finalizzato ad
incentivare l’occupazione giovanile. Iniziata nel 2010, la costante diminuzione
dell’utilizzo di questo strumento si è protratta, infatti, in tutti gli anni a
seguire, raggiungendo il culmine nel 2015, in coincidenza con l’introduzione
dei nuovi sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato,
configurati nella passata Legge di Stabilità.
Stante
l’inadeguatezza dei vari interventi normativi succedutisi nel tempo, è
auspicabile, pertanto, una completa rivisitazione della disciplina dell’apprendistato,
in grado di restituire a questa tipologia contrattuale il giusto peso nella
lotta contro la disoccupazione.
Valerio
Pollastrini
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