Caro affitti e imposte spingono le attività fuori dai locali. Boom di
street food e ricettività alternativa, ogni ora nasce una nuova impresa
ambulante. Ma su quest’ultima categoria crescono anche i dubbi
Più aperture di pubblici esercizi, meno di negozi tradizionali. Anche nel 2015 si conferma il trend di destrutturazione delle attività
commerciali e turistiche. E mentre sempre meno persone decidono di avviare un
negozio tradizionale, aumentano le aperture di ristoranti, bar e delle imprese
commerciali che fanno a meno di una sede fissa, dai negozi online alle
bancarelle di moda. È quanto emerge da un’analisi condotta dall’Osservatorio
Confesercenti sulle nuove imprese aperte nei settori del commercio e del turismo
nel 2015.
Tab. 1 – Classifica dei comparti di commercio e turismo per numero di nuove
aperture di impresa, 2015
Posizione
|
Categoria
|
Tipologia
|
Nuove iscrizioni (2015)
|
1
|
Bancarelle di
prodotti vari
|
Commercio su aree
pubbliche
|
9.705
|
2
|
Ristoranti
|
Pubblici
esercizi/ristorazione
|
8.627
|
3
|
Bar e simili
|
Pubblici
esercizi/ristorazione
|
7.557
|
4
|
Negozi di moda
|
Commercio in sede
fissa
|
3.860
|
5
|
Banchi di
abbigliamento e calzature
|
Commercio su aree
pubbliche
|
3.850
|
6
|
Negozi per vendita
attraverso internet
|
Commercio al di
fuori di banchi e negozi
|
2.573
|
7
|
Mini Market
|
Commercio in sede
fissa
|
2.272
|
8
|
Banchi di prodotti
alimentari e bevande
|
Commercio su aree
pubbliche
|
1.518
|
9
|
Negozi di cartoleria
e giornali
|
Commercio in sede
fissa
|
1.359
|
10
|
Porta a porta e distributori
automatici
|
Commercio al di
fuori di banchi e negozi
|
1.295
|
La classifica delle aperture nel 2015 – In testa alla
graduatoria dei comparti per numero di nuove aperture, c’è il commercio
ambulante di prodotti vari, che registra più di 9.700 iscrizioni nel corso del
2015: in pratica, ne è nata una nuova ogni ora. Seguono le attività di
ristorazione (con 8.627 nuove imprese), mentre al terzo posto si posizionano i
bar, che hanno visto nel corso dell’anno 7.557 nuove attività iscritte. Al
quarto posto, a grande distanza, i negozi di moda (3.860), e dopo di questi,
ancora una volta, le bancarelle: questa volta, però, si tratta degli ambulanti
specializzati in abbigliamento e calzature (3.850). La seconda metà della
classifica è invece aperta dai negozi online (2.573), che precedono i Mini
Market (2.272), i banchi di prodotti alimentari e bevande (1.518) e i negozi
che propongono la vendita sia di prodotti di cartoleria che di giornali
(1.359). Una tipologia, quest’ultima, che sembra stare sostituendo la rete di
vendita delle edicole, specializzata solo in giornali e quotidiani e per questo
maggiormente in difficoltà. Infine, a chiudere la top ten delle aperture, le
imprese specializzate nella vendita porta a porta e nel commercio attraverso i
distributori automatici.
I nuovi trend – L’esame del tasso di natalità, che studia
il rapporto tra nuove aperture e numero di imprese già operative, permette di
analizzare la dinamicità dei vari comparti di commercio e turismo, evidenziando
i trend crescenti nei due settori. Dall’analisi emerge con forza come i
comparti a maggior vitalità siano quelli delle imprese più nomadi: non a caso
il primato va ai negozi online, che nel 2015 vedono aprire 16 nuove imprese
ogni 100 già attive (16%). Seguono il commercio su area pubblica di prodotti
vari, (15,5%), e lo street food, che nel 2015 mette a segno un tasso di
natalità del 10,7%, più del doppio del 4,4% registrato in media dal complesso
dei servizi di ristorazione e bar. Entrano nella classifica dei settori più
dinamici anche i negozi alimentari (9,9%) , il catering per eventi (7,7%) le
attività di vendita porta a porta e attraverso distributori automatici (8,5%)
e, a pari merito, negozi di telefonia e dell’usato, entrambi con un tasso di
natalità del 7,2%. Concludono la graduatoria frutterie e esercizi specializzati
in verdura (6,6%) e campeggi e case vacanze (6,5%).
“Anche nel 2015 si
conferma la stasi delle forme di attività più tradizionali e strutturate”
spiega il Segretario Generale di Confesercenti Mauro Bussoni. “Mentre
la carica di nuovi ristoranti e bar sembra rispondere al crescente interesse
che gli italiani nutrono nel tema alimentazione e nell’e-commerce, il
boom di ambulanti, imprese di street food e case vacanze sembra dipendere
da altri fattori. Colpisce infatti che i settori più dinamici siano quelli che
presentano meno spese di avvio e costi di gestione più leggeri, come per
l’appunto i banchi e le attività di ristorazione mobili. Il caro affitti e
l’incremento di imposte e tariffe stanno indirizzando i due settori verso una
forte destrutturazione, spingendo commercio e turismo fuori dai negozi, verso
la strada ed il web. E stanno ridisegnando i contorni delle nostre città, in
particolare dei centri storici, dove i negozi continuano a diminuire,
sostituiti solo parzialmente da pubblici esercizi e bancarelle. Su queste
ultime, però, aumentano anche i dubbi. La crescita del commercio ambulante,
costante anche durante la crisi, è rintracciabile infatti solo nei registri
camerali: incrociando i dati con il database degli studi di settore e dei
versamenti contributivi, mancano all’appello quasi 100mila imprese. Abbiamo chiesto,
e chiederemo di nuovo in occasione dell’Assemblea degli operatori del commercio
su aree pubbliche, il 23 febbraio a Roma, di fare chiarezza sulla questione”.
“Complessivamente, comunque - conclude Bussoni
– i dati delle imprese del 2015 dimostrano, ancora una volta, l’avanzamento
del livello di desertificazione delle attività commerciali e turistiche nei
nostri centri urbani. Secondo i nostri calcoli, un locale su quattro in Italia
è ormai sfitto per mancanza d’impresa: per questo abbiamo proposto, tra le
altre cose, misure di contrasto al caro affitti attraverso la possibilità di
canoni concordati e cedolare secca anche per le locazioni commerciali”.
Tab. 2 – Classifica dei comparti di commercio e turismo per tasso di
natalità delle imprese, anno 2015
Posizione
|
Categoria
|
Tipologia
|
Tasso di natalità (val. %, 2015)
|
1
|
Negozi on line
|
Commercio al di
fuori di banchi e negozi
|
16
|
2
|
Banchi di prodotti
vari
|
Commercio su aree
pubbliche
|
15,5
|
3
|
Street Food
(ristorazione mobile)
|
Pubblici esercizi/ristorazione
|
10,7
|
4
|
Negozi alimentari
(latte, salumi, etc…)
|
Commercio in sede
fissa
|
9,9
|
5
|
Porta a porta e
distributori automatici
|
Commercio al di
fuori di banchi e negozi
|
8,5
|
6
|
Catering per eventi
|
Pubblici
esercizi/ristorazione
|
7,7
|
7
|
Negozi di prodotti
usati
|
Commercio in sede
fissa
|
7,2
|
8
|
Negozi di telefonia
|
Commercio in sede
fissa
|
7,2
|
9
|
Frutterie e negozi
di verdura
|
Commercio in sede
fissa
|
6,6
|
10
|
Campeggi e case
vacanze
|
Commercio in sede
fissa
|
6,5
|
Nessun commento:
Posta un commento