Ripresa della spesa ancora troppo lenta, negozi e pubblici
esercizi continuano a chiudere: dal 2011 saldo negativo di 140mila imprese.
Servono interventi contro desertificazione attività commerciali
L’ottimismo dei consumatori non si trasmette alle imprese,
anche perché il boom di fiducia non si è ancora tramutato in una ripresa netta
dei consumi e del mercato interno. Una situazione di incertezza che sta
prolungando la sofferenza del tessuto economico, soprattutto nel commercio al
dettaglio. Così l’Ufficio Economico Confesercenti commenta i dati Istat
relativi alla fiducia delle imprese e dei consumatori a gennaio, diffuso oggi
dall’Istat.
Il deterioramento del clima tra le imprese è dovuto agli
andamenti oscillatori di vendite e fatturato, che faticano a situarsi su una
traiettoria chiara di crescita, come è emerso anche dai recenti dati
sull’industria e sulle vendite al dettaglio di novembre.
Sul commercio al dettaglio, in particolare, pesa la ripresa
ancora troppo debole e a corrente alternata dei consumi. Il boom di fiducia dei
consumatori, infatti, non ha portato a variazioni significative della dinamica
di spesa delle famiglie. La maggiore disponibilità, dovuta alla diminuzione dei
livelli di disoccupazione e all’aumento del potere d’acquisto dovuto alla bassa
inflazione, si è infatti indirizzata soprattutto a ricostituire il risparmio
bruciato durante la crisi, durante la quale gli italiani hanno fronteggiato la
caduta del reddito con una riduzione del risparmio di circa 50 miliardi. E’
quindi lecito attendersi che anche nel prossimo futuro gli aumenti del reddito
disponibile delle famiglie non andranno ad accrescere i consumi, se non in
maniera parziale.
Per questo, riteniamo che in questa fase sia prioritario
capitalizzare il tesoretto di fiducia degli italiani e trasformarlo in un
maggiore impulso al consumo. Servono interventi mirati alla ripresa della spesa
ma anche al sostegno delle imprese del commercio al dettaglio. Che continuano a
chiudere: anche nel 2015, infatti, la desertificazione di attività commerciali
ha continuato ad avanzare, con un bilancio di aperture e chiusure di negozi,
bar e ristoranti in rosso di 29mila imprese. E’ il quinto anno consecutivo di
contrazione: dal 2011 ad oggi si sono perse quasi 140mila imprese, al ritmo di
76 al giorno. Per mettere il settore in condizioni di ripartire davvero bisogna
ridurre il peso che grava su negozi, locali e botteghe. Ma servono anche
soluzioni mirate contro la desertificazione e per il ripopolamento di attività
nelle nostre città: PMI che vivono dell’economia dei propri territori secondo
le proprie specificità, e che costituiscono un valore aggiunto per turisti e
consumatori.
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