OGGETTO:
Conguaglio di fine anno 2015 dei contributi previdenziali e
assistenziali. Riepilogo delle aliquote contributive dell’anno 2015.
SOMMARIO:
Nell’ambito della presente circolare si forniscono
chiarimenti e precisazioni sulle operazioni di conguaglio di fine anno per i
datori di lavoro che utilizzano la dichiarazione contributiva UniEmens.
1.1. Premessa.
Con la presente circolare si forniscono indicazioni in
ordine alle modalità da seguire per lo svolgimento delle operazioni di
conguaglio, relative all’anno 2015, finalizzate alla corretta quantificazione
dell’imponibile contributivo, anche con riguardo alla misura degli elementi variabili
della retribuzione.
Come di consueto, ci si sofferma sulle modalità di
rendicontazione delle seguenti fattispecie:
1)
elementi variabili della retribuzione, ai sensi
del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 7 ottobre 1993
(di seguito, per brevità, DM 7.10.1993);
2)
massimale contributivo e pensionabile, di cui
all’art. 2, comma 18, della legge n. 335/1995;
3)
contributo aggiuntivo IVS 1%, di cui all’art.
3-ter della legge n. 438/1992;
4)
conguagli sui contributi versati sui compensi
ferie a seguito fruizione delle stesse;
5)
“fringe benefits” esenti non superiori al limite
di € 258,23 nel periodo d'imposta (art. 51, comma 3, del T.U.I.R.);
6)
auto aziendali ad uso promiscuo;
7)
prestiti ai dipendenti;
8)
conguagli per versamenti di quote di TFR al
Fondo di Tesoreria;
9)
rivalutazione annuale del TFR conferito al Fondo
di Tesoreria;
10)
gestione delle operazioni societarie.
1.2. Termine per l’effettuazione del conguaglio.
I datori di lavoro potranno effettuare le operazioni di
conguaglio in argomento, oltre che con la denuncia di competenza del mese di
“dicembre 2015” (scadenza di pagamento 16/1/2016), anche con quella di
competenza di “gennaio 2016” (scadenza di pagamento 16/2/2016 [1]), attenendosi
alle modalità indicate con riferimento alle singole fattispecie.
Considerato, inoltre, che dal 2007 i conguagli possono
riguardare anche il TFR al Fondo di Tesoreria e le misure compensative, si fa
presente che le relative operazioni potranno essere inserite anche nella
denuncia di “febbraio 2016” (scadenza di pagamento 16 marzo 2016), senza
aggravio di oneri accessori. Resta fermo l'obbligo del versamento o del
recupero dei contributi dovuti sulle componenti variabili della retribuzione
nel mese di gennaio 2016.
Per alcune categorie di dipendenti pubblici, ovvero per il
personale iscritto al Fondo Pensioni per le Ferrovie dello Stato e al Fondo di
quiescenza ex Ipost, la sistemazione della maggiorazione del 18% prevista
dall’art. 22 della legge n. 177/1976 potrà avvenire anche con la denuncia del
mese di “febbraio 2016”.
2.1. Elementi variabili della retribuzione (DM
7.10.1993).
Come è noto, la delibera, del Consiglio di Amministrazione
dell’Istituto, n. 5 del 26.03.1993, approvata con il DM 7.10.1993, ha stabilito
che: “qualora nel corso del mese intervengano elementi o eventi che comportino
variazioni nella retribuzione imponibile, può essere consentito ai datori di
lavoro di tenere conto delle variazioni in occasione degli adempimenti e del
connesso versamento dei contributi relativi al mese successivo a quello
interessato dall'intervento di tali fattori, fatta salva, nell'ambito di
ciascun anno solare, la corrispondenza fra la retribuzione di competenza
dell'anno stesso e quella soggetta a contribuzione”.
Gli eventi o elementi considerati sono:
-
compensi per lavoro straordinario;
-
indennità di trasferta o missione;
-
indennità economica di malattia o maternità
anticipate dal datore di lavoro per conto dell'INPS;
-
indennità riposi per allattamento;
-
giornate retribuite per donatori sangue;
-
riduzioni delle retribuzioni per infortuni sul
lavoro indennizzabili dall'INAIL;
-
permessi non retribuiti;
-
astensioni dal lavoro;
-
indennità per ferie non godute;
-
congedi matrimoniali;
-
integrazioni salariali (non a zero ore).
Agli elementi ed eventi di cui sopra possono considerarsi
assimilabili anche l’indennità di cassa, i prestiti ai dipendenti e i congedi
parentali in genere.
Tra le variabili retributive l’Istituto ha, altresì,
ricompreso [2] i ratei di retribuzione del mese precedente (per effetto di
assunzione intervenuta nel corso del mese) successivi alla elaborazione delle
buste paga, ferma restando la collocazione temporale dei contributi nel mese in
cui è intervenuta l’assunzione stessa.
Mentre, quindi, non occorre operare alcun accorgimento se
l’assunzione è intervenuta nei mesi da gennaio a novembre, se la stessa avviene
a dicembre e i ratei si corrispondono nella retribuzione di gennaio, è
necessario evidenziare l’evento nel flusso UniEmens.
Gli eventi o elementi che hanno determinato l'aumento o la
diminuzione delle retribuzioni imponibili, di competenza di dicembre 2015, i
cui adempimenti contributivi sono assolti nel mese di gennaio 2016, vanno
evidenziati nel flusso UniEmens valorizzando l’elemento <VarRetributive>
di <DenunciaIndividuale>, per gestire le variabili retributive e
contributive in aumento e in diminuzione ed anche gli “imponibili negativi” con
il conseguente recupero delle contribuzioni non dovute.
Si ricorda che, ai fini dell’imputazione nella posizione
assicurativa e contributiva del lavoratore, gli elementi variabili della
retribuzione sopra indicati si considerano secondo il principio della
competenza (dicembre 2015), mentre, ai fini dell'assoggettamento al regime
contributivo (aliquote, massimali, agevolazioni, ecc.), si considerano
retribuzione del mese di gennaio 2016, salvo il caso di imponibile negativo in
relazione al quale la contribuzione non dovuta va recuperata nel suo effettivo
ammontare.
Anche ai fini della certificazione CUD/2016 e della
dichiarazione 770/2016, i datori di lavoro terranno conto delle predette
variabili retributive, nel computo dell’imponibile dell’anno 2015.
Si ribadisce che la sistemazione contributiva degli elementi
variabili della retribuzione (salvo quanto precisato per la maggiorazione del
18% ex art. 22 L. 177/1976) deve avvenire entro il mese successivo a quello cui
gli stessi si riferiscono.
2.2. Compilazione flusso Uniemens.
Per gestire le variabili retributive e contributive in
aumento e in diminuzione, nonché per gli imponibili negativi, con il
conseguente recupero delle contribuzioni non dovute - a livello individuale -
deve essere compilato l’elemento <VarRetributive> di
<DenunciaIndividuale>, secondo le modalità indicate nell’ultimo
aggiornamento del documento tecnico UniEmens, al quale cui si rinvia.
3.1. Massimale art. 2, comma 18 della legge 8
agosto 1995, n. 335.
Come noto, l'art. 2, comma 18, della legge n. 335/1995, ha
stabilito un massimale annuo per la base contributiva e pensionabile degli
iscritti a forme pensionistiche obbligatorie, privi di anzianità contributiva,
successivamente al 31.12.1995 ovvero per coloro che optano per il calcolo della
pensione con il sistema contributivo, ai sensi dell’art. 1, comma 23, della
legge n. 335/95, così come interpretato dall’art. 2 del decreto legge 28
settembre 2001, n. 355, convertito con legge 27.11.2001, n. 417.
Tale massimale – pari, per l'anno 2015, a € 100.324,00 -
deve essere rivalutato ogni anno in base all'indice dei prezzi al consumo
calcolato dall’ISTAT.
Lo stesso trova applicazione per la sola aliquota di
contribuzione ai fini pensionistici (IVS), ivi compresa l'aliquota aggiuntiva
dell'1% di cui all'art. 3-ter della legge n. 438/1992.
Si rammenta che:
-
il massimale non è frazionabile a mese e ad esso
occorre fare riferimento anche se l'anno risulti retribuito solo in parte;
-
nell’ipotesi di rapporti di lavoro successivi,
le retribuzioni percepite in costanza dei precedenti rapporti, si cumulano ai
fini dell’applicazione del massimale. Il dipendente è, quindi, tenuto a esibire
ai datori di lavoro successivi al primo la certificazione CUD rilasciata dal
precedente datore di lavoro ovvero presentare una dichiarazione sostitutiva;
-
in caso di rapporti simultanei le retribuzioni
derivanti dai due rapporti si cumulano agli effetti del massimale. Ciascun
datore di lavoro, sulla base degli elementi che il lavoratore è tenuto a
fornire, provvederà a sottoporre a contribuzione la retribuzione corrisposta
mensilmente, sino a quando, tenuto conto del cumulo, venga raggiunto il
massimale. Nel corso del mese in cui si verifica il superamento del tetto, la
quota di retribuzione imponibile ai fini pensionistici sarà calcolata per i due
rapporti di lavoro in misura proporzionalmente ridotta;
-
ove coesistano nell’anno rapporti di lavoro
subordinato e rapporti di collaborazione coordinata e continuativa o similari,
che comportano l’iscrizione alla Gestione Separata ex lege n. 335/1995, ai fini
dell’applicazione del massimale, le retribuzioni derivanti da rapporti di
lavoro subordinato non si cumulano con i compensi percepiti a titolo di
collaborazione coordinata e continuativa.
3.2. Modalità operative per la gestione del
massimale ex lege n. 335/95.
Per i lavoratori dipendenti soggetti alle disposizioni di
cui all’articolo 2, comma 18, della legge n. 335/1995, nel mese in cui si
verifica il superamento del massimale, l’elemento <Imponibile> di
<Denuncia Individuale>/<Dati Retributivi>, deve essere valorizzato
nel limite del massimale stesso, mentre la parte eccedente deve essere indicata
nell’elemento <EccedenzaMassimale> di <DatiParticolari> con la
relativa contribuzione minore. Nei mesi successivi al superamento del
massimale, l’imponibile sarà pari a zero, mentre continuerà ad essere
valorizzato l’elemento <EccedenzaMassimale>.
Nel caso in cui, nel corso dell’anno civile, vi sia stata
un’inesatta determinazione dell’imponibile, che abbia causato un versamento di
contributo IVS anche sulla parte eccedente il massimale (con necessità di
procedere al recupero in sede di conguaglio) o, viceversa, un mancato
versamento di contributo IVS (con esigenza di provvedere alla relativa
sistemazione in sede di conguaglio), si procederà con l’utilizzo delle
specifiche <CausaleVarRetr> di <VarRetributive>.
Ai fini della compilazione del flusso, si rinvia a quanto
illustrato nell’ultimo aggiornamento del documento tecnico UniEmens.
4.1. Contributo aggiuntivo IVS 1% (art. 3-ter
della legge 14.11.1992 n. 438).
L'art. 3-ter della legge n. 438/1992 ha istituito, in favore
di quei regimi pensionistici che prevedano aliquote contributive a carico dei
lavoratori inferiori al 10%, un contributo nella misura dell'1% (a carico del
lavoratore) eccedente il limite della prima fascia di retribuzione
pensionabile, determinata ai fini dell'applicazione dell'art. 21, c. 6, della
legge 11.3.1988, n. 67.
Per l'anno 2015, tale limite è risultato € 46.123,00 che,
rapportato a dodici mesi, è pari a € 3.844,00.
Come noto, ai fini del versamento del contributo in
trattazione, deve essere osservato il metodo della mensilizzazione del limite
della retribuzione; tale criterio può rendere necessario procedere ad
operazioni di conguaglio, a credito o a debito del lavoratore, degli importi
dovuti a detto titolo.
Le operazioni di conguaglio si rendono, altresì, necessarie
nel caso di rapporti di lavoro simultanei, ovvero che si susseguono nel corso
dell’anno civile. In tale ultimo caso, le retribuzioni percepite in costanza di
ciascun rapporto si cumulano ai fini del superamento della prima fascia di
retribuzione pensionabile.
Il dipendente è, quindi, tenuto ad esibire ai datori di
lavoro successivi al primo la prevista certificazione CUD (o dichiarazione
sostitutiva) delle retribuzioni già percepite. I datori di lavoro provvederanno
al conguaglio a fine anno (ovvero nel mese in cui si risolve il rapporto di
lavoro) cumulando anche le retribuzioni relative al precedente (o ai precedenti
rapporti di lavoro), tenendo conto di quanto già trattenuto al lavoratore a
titolo di contributo aggiuntivo.
Nel caso di rapporti simultanei, in linea di massima, sarà
il datore di lavoro che corrisponde la retribuzione più elevata, sulla base
della dichiarazione esibita dal lavoratore, ad effettuare le operazioni di
conguaglio a credito o a debito del lavoratore stesso.
Qualora a dicembre 2015 il rapporto di lavoro sia in essere
con un solo datore, sarà quest'ultimo a procedere all'eventuale conguaglio,
sulla base dei dati retributivi risultanti dalle certificazioni rilasciate dai
lavoratori interessati.
4.2. Modalità operative per la gestione del contributo
aggiuntivo 1%.
Ai fini delle operazioni di conguaglio, si precisa che, ove
gli adempimenti contributivi vengano assolti con la denuncia del mese di
gennaio 2016, gli elementi variabili della retribuzione non incidono sulla
determinazione del tetto 2015 di € 46.123,00. Ai fini del regime contributivo,
infatti, dette componenti vengono considerate retribuzione di gennaio 2016.
Per gestire la contribuzione aggiuntiva di 1% ex lege n.
438/92, a livello individuale, deve essere compilato l’elemento
<ContribuzioneAggiuntiva> di <DatiRetributivi>, secondo le modalità
illustrate nel documento tecnico UniEmens.
5.1. Monetizzazione delle ferie e imposizione
contributiva.
L’assoggettamento a contribuzione del compenso per ferie non
godute, ancorché non corrisposto, rientra nelle fattispecie contemplate dalla
Deliberazione del Consiglio di Amministrazione INPS n. 5 del 26.3.1993,
approvata con DM 7.10.1993, i cui adempimenti contributivi possono essere
assolti nel mese successivo a quello in cui maturano i compensi.
Nel rimandare a quanto già reso noto in materia [3], si
ricorda che l’individuazione del momento in cui sorge l’obbligo contributivo
sul compenso ferie non costituisce limite temporale al diritto del lavoratore
di fruire effettivamente delle stesse.
Può, quindi, verificarsi il caso in cui queste vengano
effettivamente godute in un periodo successivo a quello dell’assoggettamento
contributivo.
In tale ipotesi il contributo versato sulla parte di
retribuzione corrispondente al "compenso ferie" non è più dovuto e
deve essere recuperato a cura del datore di lavoro ed il relativo compenso deve
essere portato in diminuzione dell’imponibile dell’anno (ovvero del mese, dal
1° gennaio 2005) al quale era stato imputato.
5.2. Modalità operative per il recupero dei
contributi sul compenso ferie non godute.
Il flusso UniEmens consente di gestire il recupero della
contribuzione versata sull’indennità per il compenso ferie.
Attraverso una specifica variabile retributiva con la
causale FERIE, si consente al datore di lavoro, al momento dell’eventuale
fruizione delle ferie da parte del lavoratore, di modificare in diminuzione
l’imponibile dell’anno e mese nel quale è stato assoggettato a contribuzione il
compenso per ferie non godute e, contemporaneamente, di recuperare una quota o
tutta la contribuzione già versata.
Per le modalità di compilazione del flusso, si rinvia a
quanto all’uopo illustrato nel più volte citato documento tecnico.
6. Fringe benefits (art. 51, comma 3, del
T.U.I.R.).
L'art. 51, c. 3, del TUIR n. 917/1986 stabilisce che non
concorre a formare il reddito di lavoro dipendente il valore dei beni ceduti e
dei servizi prestati se, complessivamente, di importo non superiore, nel periodo
di imposta, a € 258,23 e che, se il valore in questione è superiore a detto
limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito.
Nel caso in cui, in sede di conguaglio, il valore dei beni o
dei servizi prestati risulti superiore al predetto limite l'azienda dovrà
provvedere ad assoggettare a contribuzione il valore complessivo e non solo la
quota eccedente.
Per la determinazione del predetto limite si dovrà tener
conto anche di quei beni o servizi ceduti da eventuali precedenti datori di
lavoro.
Ai soli fini previdenziali, in caso di superamento del
limite di € 258,23, il datore di lavoro che opera il conguaglio provvederà al
versamento dei contributi solo sul valore dei fringe benefits da lui erogati
(diversamente da quanto avviene ai fini fiscali, dove sarà trattenuta anche
l’IRPEF sul fringe benefit erogato dal precedente datore di lavoro).
Per le operazioni di conguaglio i datori di lavoro si
atterranno alle seguenti modalità:
-
porteranno in aumento della retribuzione imponibile
del mese cui si riferisce la denuncia l'importo dei fringe benefits dagli
stessi corrisposti qualora, anche a seguito di cumulo con quanto erogato dal
precedente datore di lavoro, risulti complessivamente superiore a € 258,23 nel
periodo d'imposta e non sia stato assoggettato a contribuzione nel corso
dell'anno;
-
provvederanno a trattenere al lavoratore la
differenza dell'importo della quota del contributo a carico dello stesso non
trattenuta nel corso dell'anno.
7. Auto aziendali concesse ad uso promiscuo
(art. 51, c. 4, lett. a) del T.U.I.R.).
Ai fini della quantificazione forfetaria del valore
economico dell’utilizzo in forma privata del veicolo (autovettura, motociclo,
ciclomotore) di proprietà del datore di lavoro (o committente) e assegnata in
uso promiscuo al lavoratore, il T.U.I.R. (art. 51, c. 4, lett. a)) dispone che
tale calcolo sia effettuato sulla base di una percorrenza annua totale del
veicolo di 15.000 km e riferendone una parte di essi all’uso privato; la
percentuale prevista dalla norma è 30% (15.000 x 30% = 4.500 x valore km
tariffe ACI = misura del fringe benefit).
8. Prestiti ai
dipendenti (art. 51, c. 4, lett. b) del T.U.I.R.
Si rammenta che ai fini della determinazione in denaro del
compenso in natura relativo ai prestiti erogati ai dipendenti (art. 51, c. 4,
lett. b) del T.U.I.R.) si deve assumere il 50% della differenza tra l’importo
degli interessi calcolato al tasso ufficiale di riferimento vigente al termine
di ciascun anno e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli
stessi.
Al riguardo, si ricorda che la vigente misura del tasso di
interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale dell’Eurosistema,
fissato dalla Banca centrale Europea, (ex tasso ufficiale di riferimento) è
pari a 0,05% [4].
9.1. Conguagli per versamenti di quote di TFR al
Fondo di Tesoreria.
Il versamento delle quote di TFR dovute dalle aziende
destinatarie delle disposizioni di cui ai commi 755 e successivi della legge n.
296/2006 va effettuato mensilmente, salvo conguaglio a fine anno o alla
cessazione del rapporto di lavoro [5].
In occasione delle operazioni di conguaglio, quindi, le
aziende devono provvedere alla sistemazione delle differenze a debito o a credito
eventualmente determinatesi in relazione alle somme mensilmente versate al
Fondo di Tesoreria e alla regolarizzazione delle connesse misure compensative.
9.2. Conguaglio del
contributo aggiuntivo IVS 0,50% nella restituzione dello sgravio contributivo
sulle retribuzioni di secondo livello ovvero nelle ipotesi di fruizione di
agevolazioni contributive riferite a periodi arretrati.
Come noto, la quota di TFR che le aziende destinatarie delle
disposizioni di cui all’articolo 1, commi 755 e successivi, della legge n.
296/2006 versano mensilmente al Fondo di Tesoreria affluisce al netto
dell’ammontare corrispondente all’importo del contributo di cui all’articolo 3,
ultimo comma, della legge 29 maggio 1982, n. 297 (0,50%), calcolato
sull’imponibile previdenziale.
Le aziende di cui trattasi - che sono anche state ammesse
alla fruizione dello sgravio contributivo sui premi di produzione stabiliti
dalla contrattazione di secondo livello ex lege n. 247/2007 e successive
modifiche ed integrazioni – all’atto del recupero della percentuale di
incentivo spettante (al massimo 25 punti percentuali), ricomprendono anche il
citato contributo aggiuntivo IVS dello 0,50%.
Una volta restituito ai datori di lavoro, detto contributo
riassume la sua natura originaria di TFR e, di conseguenza, concorre a
implementare la quota che le aziende sono tenute a versare al Fondo di
Tesoreria [6].
Ai fini del versamento delle citate differenze, le aziende
provvederanno a riportare i relativi importi valorizzando, nella denuncia
individuale, il nuovo codice CF03 a tal fine aggiunto in “TipoImpPregCMT” di
<ImportoPregresso> di <Contribuzione> di <MeseTesoreria> di
<MeseTFR> di <GestioneTFR>.
A medesima conclusione deve pervenirsi laddove la
regolamentazione di agevolazioni contributive, aventi effetti sul contributo ex
lege n. 297/1982, comporti, in capo alle aziende, la necessità di effettuare
conguagli riferiti a periodi pregressi.
Con riferimento ai datori di lavoro rientranti nel campo di
applicazione della disposizione di cui all’articolo 1, commi 755 e successivi
della legge 296/2006, dette somme vanno versate al Fondo di Tesoreria.
A tal fine, in occasione delle operazioni di conguaglio del
2015, le aziende interessate provvederanno al versamento in questione,
utilizzando il già previsto codice CF03.
9.3. Aziende
costituite dopo il 31 dicembre 2006.
Nella circolare n. 70/2007 è stato chiarito che, per le
aziende che iniziano l’attività dopo il 31 dicembre 2006, gli obblighi nei
riguardi del Fondo di Tesoreria operano se, alla fine dell’anno solare (1°
gennaio – 31 dicembre), la media dei dipendenti occupati raggiunge il limite
dei 50 addetti.
In tal caso le aziende sono tenute al versamento delle quote
dovute anche per i mesi pregressi, a far tempo da quello di inizio
dell’attività.
È stato, altresì, precisato che le aziende interessate
devono effettuare il versamento di quanto dovuto in sede di conguaglio di fine
anno, maggiorando l’importo da versare del tasso di rivalutazione, che - per
l’anno 2015 - è pari a 1,50 per cento calcolato fino alla data di effettivo
versamento.
Le aziende costituitesi durante l’anno in corso che, al
31.12.2015, hanno raggiunto il limite dei 50 addetti, devono trasmettere
l’apposita dichiarazione entro il termine di trasmissione della denuncia
UniEmens relativa al mese di febbraio 2016 (31 marzo 2016).
10.1. Rivalutazione del TFR al Fondo di Tesoreria
e imposta sostitutiva.
L’articolo 2120 del c.c. stabilisce, come noto, che le quote
annuali di trattamento di fine rapporto – ad eccezione di quella maturata
nell'anno – devono essere incrementate, al 31 dicembre di ogni anno, con
l'applicazione di un tasso costituito dall'1,5% in misura fissa e dal 75%
dell’aumento del costo della vita per gli operai e gli impiegati accertato
dall’ISTAT nel mese in esame rispetto al mese di dicembre dell'anno precedente.
Anche il TFR versato al Fondo di Tesoreria deve essere
rivalutato alla fine di ciascun anno, ovvero alla data di cessazione del
rapporto di lavoro e tale incremento – al netto dell’imposta sostitutiva – deve
essere imputato alla posizione del singolo lavoratore.
Il costo della rivalutazione resta a carico del Fondo di
Tesoreria.
Sulle somme oggetto di rivalutazione, va versata all’Erario
l’imposta sostitutiva fissata dall’art. 11, comma 3, del D.Lgs. n. 47/2000. Al
riguardo, si fa presente che l’art. 1, comma 623, della legge n. 190/2014 ha
rideterminato nella misura 17 per cento la predetta aliquota, con effetto dalle
rivalutazioni decorrenti dal 1° gennaio 2015 (cfr. art. 1, comma 625, legge n.
190/2014).
Entro il mese di dicembre 2015 - salvo conguaglio da
eseguirsi entro febbraio 2016 - i datori di lavoro possono conguagliare
l’importo dell’imposta versato con riferimento alla rivalutazione della quota
di accantonamento maturato presso il Fondo di Tesoreria.
Per individuarne l’ammontare, i datori di lavoro potranno
calcolare una presunta rivalutazione delle quote di TFR trasferite al Fondo di
Tesoreria, avvalendosi dell’ultimo (o del penultimo) indice ISTAT.
10.2. Adempimenti a carico del datore di lavoro.
Con riferimento ai lavoratori per i quali nell’anno 2015
sono state versate quote di TFR al Fondo di Tesoreria, i datori di lavoro
dovranno determinare la rivalutazione ex art. 2120 c.c. (separatamente da
quella spettante sul TFR accantonato in azienda) e calcolare sulla stessa, con
le modalità previste dall’Agenzia delle Entrate, l'imposta sostitutiva del 17
per cento.
L'importo di quest'ultima sarà recuperato in sede di
conguaglio con i contributi dovuti all’INPS.
Le somme eventualmente conguagliate in eccedenza a titolo di
imposta sostitutiva - sia all’atto del versamento dell’acconto che in altre
ipotesi - potranno in ogni caso essere restituite, attraverso la compilazione
delle sezioni DenunciaIndividuale e DenunciaAziendale sulla base delle modalità
descritte nel documento tecnico UniEmens.
11. Operazioni
societarie. Riflessi in materia di conguaglio.
Nelle ipotesi di operazioni societarie, che comportano il
passaggio di lavoratori ai sensi dell'art. 2112 c.c., e nei casi di cessione
del contratto di lavoro, le operazioni di conguaglio dei contributi
previdenziali dovranno essere effettuate dal datore di lavoro subentrante,
tenuto al rilascio della certificazione CUD, con riferimento alla retribuzione
complessivamente percepita nell'anno, ivi incluse le quote retributive da
assoggettare allo sgravio sulle erogazioni fissate dalla contrattazione di
secondo livello contrattuale, le
erogazioni liberali ed i fringe benefits.
Si richiama l’attenzione dei datori di lavoro ad utilizzare
- nel caso di passaggio di lavoratori da una matricola all’altra (anche per
effetto di operazioni societarie) - gli appositi codici <TipoAssunzione>
e <TipoCessazione> “2” e “2T”, con l’indicazione della matricola di
provenienza.
Come indicato al precedente punto 1.1., dal 1° gennaio 2010,
il datore di lavoro subentrante può gestire correttamente le variabili
retributive utilizzando il nuovo elemento di <VarRetributive>,
<InquadramentoLav>, valorizzando l’elemento <Matricola Azienda> con
il codice dell’azienda di provenienza.
12. Recupero del
contributo di solidarietà del 10% ex lege n. 166/1991 su contributi e somme
accantonate a favore dei dipendenti per le finalità di previdenza
complementare.
L’articolo 16, c. 1, del D.Lgs. 5 dicembre 2005, n. 252,
recante disposizioni in materia di disciplina delle forme pensionistiche
complementari, stabilisce che sulle contribuzioni o somme a carico del datore
di lavoro, diverse da quella costituita dalla quota di accantonamento al TFR,
destinate a realizzare le finalità di previdenza pensionistica complementare, è
dovuto il contributo di solidarietà previsto, nella misura del 10%,
dall'articolo 9-bis del decreto-legge 29 marzo 1991, n. 103, convertito, con
modificazioni, dalla legge 1 giugno 1991, n. 166 [7].
Si ricorda - con l’occasione – che, ai sensi di quanto
previsto dal successivo comma 2, una percentuale pari all'1% del gettito del
predetto contributo di solidarietà confluisce presso l’apposito Fondo di
garanzia - ex articolo 5 del D.Lgs. n. 80/1992 - istituito mediante evidenza
contabile nell'ambito della gestione delle prestazioni temporanee dell'INPS -
apprestato contro il rischio derivante dall'omesso o insufficiente versamento
da parte dei datori di lavoro sottoposti a procedura di fallimento, di
concordato preventivo, di liquidazione coatta amministrativa ovvero di amministrazione
controllata.
Nelle ipotesi in cui, sia in occasione delle operazioni di
conguaglio che nel corso dell’anno, si rendesse necessario effettuare recuperi
su detta contribuzione, i datori di lavoro possono avvalersi dei codici
causale istituiti nell’Elemento
<DenunciaAziendale>, <AltrePartiteACredito>,
<CausaleACredito>, del flusso UniEmens, di seguito indicati.
Codice
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Significato
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L938
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Rec.“contr.solidarietà 10% ex art.16 D.Lgs. n. 252/2005”
per i lavoratori iscritti al F.P.L.D. nonché a tutti gli altri Fondi gestiti
dall’INPS.
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L939
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Rec. “contr.solidarietà 10% ex art. 16 D.Lgs. n. 252/2005
dirigenti industriali già iscritti all’ex Inpdai”, per i dirigenti iscritti
all’ex INPDAI al 31.12.2002.
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Note
[1] Cfr. deliberazione del
Consiglio di Amministrazione n. 5 del 26.3.1993, approvata con Decreto del
Ministro del lavoro e della previdenza sociale 7.10.1993.
[2] Cfr. circolare n. 117 del 7 dicembre 2005.
[3] Cfr, da ultimo, la
circolare n. 162 del 27 dicembre 2010.
[4] Cfr. provvedimento della
BCE del 4 settembre 2014.
[5] Cfr. art. 1, c. 4 del
Decreto 30 gennaio 2007.
[6] Riguardo ai lavoratori
che hanno destinato – con opzione esplicita, ovvero tacitamente – il proprio
TFR a una forma pensionistica complementare, le citate differenze vanno
devolute al Fondo di destinazione.
[7] Cfr. circolare n. 98 del
2 luglio 2007.
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