Approvato dal Consiglio dei Ministri il nuovo statuto dei
lavori autonomi, destinato ai liberi professionisti che non dispongono di
alcuna cassa previdenziale e che sono iscritti alla gestione separata Inps.
Poletti: "Con le nuove misure si contrastano clausole e condotte
abusive".
Più tutele per i lavoratori autonomi, che avranno il loro
'jobs act'. E sostegno alle famiglie più in difficoltà con il piano nazionale
contro la povertà. Il governo va avanti "con il potenziamento del sistema
di welfare" che è tra i capisaldi del programma, come ha sottolineato il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e vara un
disegno di legge e uno di delega che interesseranno da un lato il 'popolo delle
partite Iva', con un occhio di riguardo ai più giovani, dall'altro 280mila
famiglie con 550mila bimbi, che vivono sotto la soglia di povertà, in tutto
circa un milione e 250mila persone. Per sostenere il primo "strumento
nazionale" di contrasto alla povertà, ha ricordato il ministro Giuliano
Poletti, si sfrutteranno intanto le risorse già messe a bilancio con la legge
di Stabilità (600 milioni per il 2016 che diventeranno 1 miliardo nel 2017).
L'intervento è "basato sul principio dell'inclusione attiva, con un
progetto personalizzato" e prevede "due binari: un sostegno al
reddito e una presa in carico per far sì che la famiglia in condizione di
povertà possa uscire da quella condizione". Dunque non se ne usufruirà
"in maniera stabile e permanente". La platea interessata sarà comunque
al momento solo una parte di quegli oltre 4 milioni di poveri registrati
dall'Istat e sarà meglio definita con i decreti delegati. Un primo intervento
dalla portata limitata, visto che, considerando la platea si tratterà di
distribuire meno di 60 euro al mese a testa - ma un primo passo per garantire
"un diritto", ha sottolineato Poletti. Con la delega si delineerà
anche la revisione di assistenza e previdenza, senza toccare però, ha
assicurato il ministro, le prestazioni per i disabili. Sul fronte del lavoro arriva
invece il nuovo statuto dei lavori autonomi, che riguarderà, secondo la Cgia di
Mestre, il 6% delle partite Iva (circa
200mila persone) e cioè i liberi professionisti che non dispongono di alcuna
cassa previdenziale e sono iscritti alla gestione separata Inps. Con il ddl
"vogliamo aumentare le tutele per questo lavoro nelle transazioni
commerciali e fare in modo che gli autonomi non vengano colpiti da contratti
capestro cui non si possono sottrarre" ha sottolineato sempre il ministro
del Lavoro, spiegando che con le nuove misure si contrastano "clausole e
condotte abusive". E verranno estese anche agli autonomi tutele essenziali
a partire da gravidanza, maternità e malattia, mentre si rendono interamente
deducibili le spese per la formazione. Ed è possibile che in sede di esame
parlamentare possano arrivare anche altri interventi in materia fiscale. Sarà
delineata poi la cornice dello 'smart working', il lavoro agile svolto in parte
in ufficio in parte lontano dall' azienda. Non si tratterà però "di una nuova
forma contrattuale, ma di una nuova modalità flessibile di rapporto di lavoro
subordinato".
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