Chi siamo


MEDIA-LABOR Srl - News dal mondo del lavoro e dell'economia


lunedì 23 novembre 2015

Crisi: Unimpresa, famiglie e imprese non spendono, in banca 72 mld in più

Unimpresa, Comunicato Stampa del 21 novembre 2015

Sono aumentate di quasi 72 miliardi di euro in un anno le riserve degli italiani. La crisi e la paura di nuove tasse frenano i consumi delle famiglie, bloccano gli investimenti delle imprese e congelano la liquidità delle banche: da settembre 2014 a settembre 2015 l’ammontare dei depositi in Italia è passato da 1.484 miliardi a 1.556 miliardi in aumento di 71,8 miliardi (+5%). Il saldo dei conti correnti è cresciuto di 63 miliardi, da 779 miliardi a 842 miliardi (+8%). I salvadanai delle famiglie sono saliti di oltre 14 miliardi, quelli delle imprese di oltre 13 miliardi, quelli degli istituti di credito di 45 miliardi. Questi i dati principali di un rapporto realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale solo le riserve di assicurazioni e fondi pensione hanno registrato un calo, diminuendo di 4 miliardi in 12 mesi.

Secondo lo studio dell’associazione, basata su dati della Banca d’Italia, il totale delle riserve di famiglie, banche e imprese è passato dai 1.484,2 miliardi di settembre 2014 ai 1.556,04 miliardi di settembre 2015 con un incremento di 71,8 miliardi (+4,84%). Nel dettaglio, la liquidità delle banche è salita da 308,1 miliardi a 353,2 miliardi in salita di 45,1 miliardi (+14,66%). I depositi delle aziende sono cresciuti di 13,6 miliardi (+6,59%) da 207,7 miliardi a 221,4 miliardi. Le imprese familiari hanno accumulato maggiori risorse per 2,3 miliardi (+5,20%) e i loro fondi sono saliti da 45,2 miliardi a 47,6 miliardi. Le onlus hanno visto aumentare i depositi di 320 milioni (+1,31%) da 24,4 miliardi a 24,7 miliardi. I salvadanai delle famiglie sono saliti di 14,7 miliardi (+1,68%) da 873,3 miliardi a 888,08 miliardi. Il solo comparto che ha registrato una variazione negativa è quello delle assicurazioni e dei fondi pensione: le riserve sono scese di 4,3 miliardi (-17,45%) da 25,1 miliardi a 20,7 miliardi. Quanto all’analisi per strumento, i conti correnti sono passati da 778,9 miliardi a 842,09 miliardi con una crescita di 63,1 miliardi (+8,11%), mentre i pronti contro termine sono saliti di 38,8 miliardi (+33,70%) da 115,3 miliardi a 154,1 miliardi.

“E’ un effetto pericoloso e perverso della crisi e della recessione. C’è grande paura sia nelle famiglie sia nelle imprese, una paura che porta a eccessi di prudenza, ad accumulare risorse aggiuntive in vista di non prevedibili nuovi scossoni delle turbolenze internazionali o di inasprimenti della pressione fiscale. Il denaro c’è, è nella disponibilità degli italiani, ma non viene speso” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

Nessun commento:

Posta un commento