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domenica 27 settembre 2015

Editoria, Fenagi: la razionalizzazione dei contributi non penalizzi le edicole indipendenti, Governo ascolti le proposte degli imprenditori

Confesercenti, Comunicato Stampa del 25 settembre 2015

La razionalizzazione del sostegno all’editoria dovrebbe servire a rendere più efficiente il settore. Ma il Disegno di Legge presentato contiene misure che penalizzano senza motivo le edicole indipendenti. Un intervento sorprendente, soprattutto se si considera che le edicole non hanno nulla a che vedere con i contributi, indirizzati esclusivamente agli editori.

 A lanciare l’allarme è Fenagi, l’Associazione che riunisce le edicole ed i rivenditori di quotidiani e periodici Confesercenti, commentando quanto si apprende dalla stampa sulla proposta di Legge “Istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria”.

Nella proposta è stato infatti inserito un articolo a garanzia dell’obbligo della parità di trattamento delle testate, che però – sorprendentemente – riguarda i soli rivenditori esclusivi. Perché? Così si penalizzerebbero ancora una volta le edicole indipendenti: che non solo dovranno confrontarsi con la concorrenza di nuovi punti vendita, ma dall’altro saranno sempre obbligati a ricevere e pagare in anticipo tutti i prodotti editoriali registrati in tribunale continuando a finanziare Agenzie di Distribuzione ed Editori”.

Nella parte finale delle premesse alla Proposta di Legge, la Presidenza del Consiglio ribadisce inoltre ancora una volta le idee di liberalizzazione già espresse dal Governo nelle riunioni precedenti la pausa estiva, e rispetto le quali le Organizzazioni dei Rivenditori hanno sempre proposto soluzioni alternative. Chiediamo al Governo di assumersi la responsabilità, come prevede la delega che Parlamento gli ha assegnato, di trasformare in articoli e commi le intenzioni e le soluzioni che sono state già trovate, poiché le valutazioni nella presentazione del Progetto di Legge sul “Fondo del pluralismo” – in cui si parla addirittura di piena liberalizzazione degli orari, quando è risaputo che le edicole possono aprire anche nei giorni festivi – danno l’impressione di essere ancora in alto mare rispetto la reale conoscenza della rete di vendita e della grave situazione di crisi nella quale versano gli edicolanti.

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