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martedì 1 settembre 2015

Cdl - Il web tra gli strumenti per superare la crisi

Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Comunicato Stampa del 31 agosto 2015

7 aziende "giovani" su 10 vincono con i social network

Il web è lo strumento più importante per le azioni di promozione: nel 2014, infatti, il 65% delle nuove imprese con a capo giovani “under 35” ha utilizzato per le sue attività di affari il sito internet, le vendite online e i social network. Lo rileva l’indagine sui fabbisogni delle Pmi presentata alla Summer School organizzata dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro

Treia, 29 agosto 2015 - La rete, l’export e il digitale sono i tre strumenti principali con cui, negli ultimi anni, le piccole e medie imprese italiane cercano di uscire dalla crisi economica e migliorare la loro produttività. I dati elaborati nell’indagine presentata in occasione della Summer School 2015, organizzata a Treia (Mc) dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, testimoniano l’esistenza del cosiddetto sistema R.E.D. - Rete, Export, Digitale – che ha condizionato, soprattutto durante il triennio 2013-2015, le scelte operate dalle microimprese e dalle Pmi e permesso di comprendere quali saranno le leve future delle imprese, dalle quali i Consulenti del Lavoro dovranno ripartire per acquisire nuove competenze ed abilità, da mettere a disposizione delle aziende.

Guardando ai dati, i primi segnali di ripresa si registrano nel 2014 con +10.910 imprese che svolgono attività nel settore alberghiero e della ristorazione e con +9.290 imprese che svolgono servizi di supporto ad altre imprese. La spinta alla nascita di nuove attività e allo sviluppo di quelle esistenti arriva dalle nuove tecnologie informatiche. Il web è lo strumento più importante per le azioni di promozione: nel 2014, infatti, il 65% delle nuove imprese con a capo giovani “under 35” ha utilizzato per le sue attività di affari il sito internet, le vendite online e i social network. Immediati anche gli effetti occupazionali dell’utilizzo del web. Sempre nel 2014, infatti, il 10% dei giovani al di sotto dei 30 anni ha trovato impiego grazie ad Internet e ai servizi tecnologici. L’indagine rivela anche che negli ultimi anni è aumentato il numero di imprese operanti all’estero, raggiungendo le 200.000 unità, mentre potrebbe crescere di 20.000 unità il numero delle imprese stabilmente esportatrici, registrando così un aumento della capacità di intercettare gli investimenti esteri ed internazionalizzare le imprese.

In un momento così critico e complesso, come quello che si sta affrontando, la necessità di cambiamento delle imprese non può prescindere da una conoscenza chiara e definita del contesto in cui si opera per poter compiere scelte strategiche per il futuro e la produttività aziendale con il supporto di chi quotidianamente fa consulenza d’impresa come il Consulente del Lavoro.

Ed ecco che da un’analisi approfondita della situazione economica attuale e degli elementi che possono facilitare la ripresa, realizzata rielaborando studi e ricerche dei più importanti sistemi nazionali di analisi economica come Istat, Unioncamere, Istituto Tagliacarne, Cerved, Istituto di informatica e telematica del Cnr, Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo economico, Confindustria, registro delle Imprese, Sistema informativo Excelsior, Osservatorio professionisti e innovazione digitale e Focus Pmi, emerge che il rafforzamento della competitività e della produttività aziendale non passa solo dalla crescita dimensionale, dal suo radicamento nel territorio e dal rapporto di fiducia con i propri clienti, ma anche dallo sviluppo di condizioni che agevolino le aggregazioni e il fare rete; da un accesso facilitato ai mercati esteri, attraverso una politica di incoraggiamento e sostegno alle Pmi e alle start-up più innovative, e da un processo di innovazione digitale che consenta il miglioramento dei prodotti e dei servizi offerti, la formazione del capitale umano e l’acquisizione di nuovo know-how.

In questo contesto è fondamentale il ruolo del Consulente del Lavoro, che deve far “prendere coscienza” all’imprenditore della posizione della propria azienda sul mercato e dei punti di forza su cui può puntare per attrarre nuovi clienti. Cambiare prospettiva per guardare l’impresa dall’interno e partecipare attivamente al suo rilancio con spirito imprenditoriale devono essere prerogativa del professionista che mira a diventare consulente “strategico” d’impresa.

Per rendere la crisi un’opportunità è necessario che l’impresa metta in atto strumenti e metodologie adeguate, che facciano emergere i suoi bisogni reali da soddisfare per poter conseguire risultati positivi. L’approccio, l’esperienza, le competenze e la capacità di ascoltare ed interpretare nuovi stimoli e segnali, propri del Consulente, identificano la sua professionalità ed al tempo stesso indirizzano l’azienda verso il giusto cambiamento. L’impresa, infatti, attraverso una consulenza “di valore”, sarà sicura della correttezza delle sue attività ed ottimizzerà il suo modello di gestione per ottenere maggiori benefici.

Il futuro delle aziende passa, quindi, dalla capacità di rinnovarsi per cogliere nuove opportunità attraverso l’utilizzo di nuove strategie e di un modello di organizzazione efficiente che sappiano sviluppare in modo competitivo il business e valorizzare tutte le risorse impiegate.

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