Si tratta di una crescita esponenziale che, certamente, va
attribuita alle misure introdotte dal Jobs Act, con le quali il ricorso a
questa tipologia contrattuale è stato svincolato dalla natura delle prestazioni
svolte dal lavoratore.
Il decreto di riordino delle fattispecie contrattuali,
infatti, oltre ad aver esteso fino a 7mila euro il tetto massimo dei compensi pagati con i
voucher alla stessa persona, ammette ora la possibilità di ricorrere al lavoro
accessorio anche per l’esecuzione di attività normalmente riconducibili all’alveo
della subordinazione.
I dati evidenziati in premessa, pur confermando l’appeal del
“sistema voucher”, lasciano presagire che lo strumento in commento possa
sfociare in una nuova frontiera del precariato. Basti pensare che nelle Regioni
del Sud, endemicamente in crisi sul fronte dell’impiego stabile, la vendita dei
ticket è aumentata dell’85%.
Valerio Pollastrini
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