Riportiamo qui di seguito la lettera inviata nella giornata
di oggi dal Presidente Confapi, Maurizio Casasco al Presidente del Consiglio
dei Ministri, Matteo Renzi.
Illustre Signor Presidente del Consiglio,
mi rivolgo a Lei a seguito dell’annunciata rivoluzione
copernicana in materia di imposte per confermarLe che una tale svolta è
talmente consustanziale alle necessità delle PMI italiane da essere stata
evocata dal sottoscritto appena 48 ore prima della Sua gradita esternazione, in
occasione della presentazione del programma all’Assemblea di Confapi del 16
luglio scorso.
In un’ottica di
aperta e leale cooperazione, ed ai fini di un’azione governativa la più
consapevole possibile, mi permetto quindi di rappresentarLe gli aspetti che
Confapi (della cui rappresentatività non è dato dubitare posto che questa conta
86.057 aziende per un totale di 816.762 dipendenti, dati INPS ottobre 2014)
ritiene di rilievo cruciale.
Il comune
denominatore della proposta sta nel perseguimento di un Fisco modulato in
funzione degli aspetti dimensionali dell’impresa, concetto questo che nessun
Esecutivo italiano ha mai preso fino ad ora in considerazione, pur essendo esso
ormai consolidato in Paesi fiscalmente evoluti, europei e non, quali Spagna,
Paesi Bassi, Regno Unito, Belgio e Stati Uniti d’America, solo per citarne
alcuni.
Nel dettaglio, ciò
che si auspica è:
- introduzione di una progressività (o aliquote agevolate)
IRES ed IRAP sulla base di parametri dimensionali che caratterizzano l’azienda;
- applicazione a tutto il sistema tributario del criterio di
progressività del tributo ai sensi dell’art. 53 della Costituzione. Quindi
anche ai soggetti IRES (come avviene per esempio negli USA). Diversamente
occorre pensare ad una riduzione dell’aliquota IRES per i soggetti che non
superino una determinata soglia di reddito (Regno Unito, Olanda, Spagna).
Significativo è il caso della Spagna dove l’aliquota de “Impuesto sobre
sociedades” è fissata dal 2008 al 30%. Dall’anno d’imposta in corso dal 1°
gennaio 2011 le piccole e medie imprese (Empresas de Reducida Dimensión) che
fatturano fino a 10 milioni di euro sono soggette a un’aliquota ridotta del 25%
per la base imponibile fino a 300.000 euro (30% per la quota che supera tale
soglia). Due differenti aliquote, inoltre, trovano applicazione nei riguardi
delle imprese che fatturano fino a 5 milioni di euro e con meno di 25
dipendenti: 20% fino a 300.000 euro, 25% per la rimanente base imponibile. Ciò
permetterebbe ai piccoli e medi imprenditori, che non distribuiscono dividendi,
ma investono nella propria impresa, di disporre di maggior capacità di spesa da
impiegare in risorse aziendali. E’ evidente, infatti, che minore è l’utile
dell’impresa e maggiore è il costo marginale di un investimento. Ciò
permetterebbe di calmierare tale fenomeno;
- introduzione di una progressività in ambito di rendimento
nozionale sul capitale immesso nell’impresa (ACE di cui al D.L. 201/2011);
- introduzione di un credito d’imposta sugli investimenti in
spese di Ricerca e Sviluppo parametrato ad indicatori dimensionali
dell’azienda;
- introduzione di una franchigia in ambito di deducibilità
degli interessi passivi di cui all’art 96 D.P.R 22.12.1986 n. 917;
- modifica dell’art. 96 TUIR (interessi passivi). La norma
di fatto rinvia la deducibilità degli interessi passivi nel momento in cui si
verifichino determinate condizioni. A fronte dell’attuale situazione economica,
la norma non è più una misura idonea a scoraggiare la sottocapitalizzazione,
bensì rappresenta un onere insostenibile per le imprese che vedono sempre di
più diminuire il proprio “Risultato operativo lordo” a fronte di interessi in
continua crescita. La norma, in particolare, comporta un immediato allargamento
della base imponibile nel momento in cui tali interessi risultino eccedenti al
30% del ROL. Tale situazione risulta insostenibile in un momento economico in
cui l’incidenza degli interessi sul ROL è destinato inevitabilmente a crescere.
Preme sottolineare che nella sostanza tale norma è stata estrapolata dal
sistema fiscale tedesco, tralasciando però le eccezioni che esso prevede, tra
l’altro, proprio a favore di quelle imprese per le quali il ricorso al credito
risulta da un’effettiva esigenza di fabbisogno finanziario “vitale” e non da
una strategia di sottocapitalizzazione volta a sfruttare eventuale vantaggi
fiscali. In tal senso la normativa tedesca prevede una franchigia
all’applicazione della norma che potrebbe essere ipotizzata nel sistema fiscale
italiano in € 100.000, pari al 3% della franchigia prevista nel sistema fiscale
tedesco!
- Completa deducibilità dell’IMU pagata sugli immobili
strumentali relativi all’impresa deducibile sia dal reddito d’impresa che
dall’Irap nella sua totalità.
Sono sicuro che il
concetto di politica fiscale su base dimensionale, che Confapi da tempo sostiene,
potrà contribuire sensibilmente alla realizzazione della “rivoluzione
copernicana” da Lei annunciata e che le PMI con ansia attendono.
Va da sé che resto a
Sua disposizione per qualsiasi forma di collaborazione nell’interesse del Paese
e, in particolare, per illustrarLe fino al minimo particolare tutta una
ulteriore serie di potenziali riforme e di idee che, a nostro avviso, possono
rappresentare vere iniziative di innovazione.
Nessun commento:
Posta un commento