Il
36% delle nuove nate è al Sud, il 22% parla straniero, 2 su 3 sono già su
Internet
A
Crotone il tasso di imprenditorialità giovanile più alto (15,3%), a
Forlì-Cesena il più basso (6,7%)
L’aria
di ripresa sembra sostenere la voglia d’impresa dei giovani. Dall’inizio
dell’anno, un piccolo esercito di italiani ‘under 35’ ha sciolto le riserve e -
davanti ad un mercato del lavoro che lentamente ha ripreso a muoversi - ha
scelto, come si diceva una volta, di
mettersi ‘in proprio’. Delle oltre 115mila imprese nate tra gennaio e marzo,
infatti, oltre 35mila (il 31%) hanno alla guida uno o più giovani con meno di
35 anni di età . La culla di questa vitalità imprenditoriale continua ad essere
il Mezzogiorno, dove ha sede il 36% delle imprese giovanili nate lo scorso
trimestre, con poco più di 13mila nuove iniziative.
Quasi
2 aziende su 3 avviate da un under 35 hanno puntato subito su internet, il 45%
è già pronto a vendere online. I settori che attirano di più i giovani
imprenditori sono quelli del commercio (dove opera circa il 20% delle
neo-imprese ‘under 35’), delle costruzioni (9,5%) e dei servizi di ristorazione
(5,1%). Nella grande maggioranza dei casi (il 76%) si tratta di imprese
individuali, la forma più semplice - ma anche la più fragile - per operare sul
mercato; il 17% ha scelto invece la forma della società di capitale, più idonea
a sostenere progetti di sviluppo anche ambiziosi.
La
foto sull’imprenditoria giovanile è stata presentata da Unioncamere sulla base
di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da InfoCamere sulla base del
Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. Tutti i dati sono disponibili
all’indirizzo www.infocamere.it.
“I
giovani italiani si stanno rimboccando le maniche per cogliere le opportunità
di questo momento e molti di loro scelgono di farlo attraverso l’impresa” ha
detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Spesso sono giovani
che hanno deciso di puntare su un’idea innovativa e sulle proprie competenze
per realizzarla, anche sfruttando le nuove tecnologie della rete. Per sostenere
questi neo-imprenditori dobbiamo dare loro un paese più moderno e quindi più
digitalizzato, anche per attrarre intelligenze e investimenti dall’estero, più
meritocratico e capace di valorizzare i talenti delle persone. Il vero successo
delle riforme che si stanno disegnando si misurerà su quanto riusciremo a fare
su questi fronti, a partire da quello della pubblica amministrazione che deve
diventare realmente ‘amica’ delle imprese.”
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