Nella
pronuncia in commento, gli ermellini
hanno osservato, infatti, come l’eventuale indicazione del solo quantitativo complessivo
delle ore lavorate da ciascun dipendente non consente all’amministrazione di
verificare il rispetto delle prescrizioni di legge in materia, ad esempio, di
pause intermedie, ovvero di riposi giornalieri di almeno undici ore
consecutive.
Del
resto, tale adempimento risulta così
poco oneroso da poter essere chiesto al datore di lavoro anche in ragione
dell’assenza di modelli vincolanti, approvati anche da norme di carattere
regolamentare.
Valerio
Pollastrini
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