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lunedì 4 maggio 2015

Il “tempo tuta” va retribuito

Nella sentenza n.7397 del 3 aprile 2015, la Corte di Cassazione ha ribadito che i dipendenti hanno diritto ad un compenso aggiuntivo  per il tempo impiegato quotidianamente e necessariamente per indossare e dismettere gli abiti obbligatori di lavoro,  c.d. "tempo tuta".

Nella pronuncia in commento, gli ermellini hanno ricordato, infatti, come nella giurisprudenza di legittimità sia stato più volte affermato, in relazione alla regola secondo cui "è considerato lavoro effettivo ogni lavoro che richieda un'occupazione assidua e continuativa", il principio secondo cui tale disposizione non preclude che il tempo impiegato per indossare la divisa sia da considerarsi lavoro effettivo, e debba essere pertanto retribuito, ove tale operazione sia diretta dal datore di lavoro, il quale ne disciplina il tempo ed il luogo di esecuzione, ovvero si tratti di operazioni di carattere strettamente necessario ed obbligatorio per lo svolgimento dell'attività lavorativa (1).

Valerio Pollastrini

1)      - così, Cass., Sentenza n.3763 del 14 aprile 1998; Cass., Sentenza n.15734 del 21 ottobre 2003; Cass., Sentenza n.19273 dell’8 settembre 2006; Cass., Sentenza n.19358 del 10 settembre 2010 (che riguarda una fattispecie analoga a quella del caso oggi in esame); v. anche Cass., Sentenza n.9215 del 7 giugno 2012;

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