Allo
stato attuale, occorre segnalare che la nuova prestazione risulta penalizzante
per i lavoratori stagionali.
Fino al
2012, infatti, detti lavoratori, specie quelli con un contratto di almeno 6
mesi, potevano coprire il restante periodo dell’anno con la disoccupazione
ordinaria, mentre, successivamente a tale data avevano la possibilità di
accedere all’Aspi, introdotta dalla Riforma Fornero. Altresì, i dipendenti con
contratto di almeno 13 settimane, o 58 giornate prima della Legge Fornero, potevano percepire la Mini-ASpI in proporzione
alle settimane lavorate nei 12 mesi precedenti alla cessazione del rapporto, o
nell’ultimo anno solare per la previgente disoccupazione con requisiti ridotti.
Dal
prossimo 1° maggio, invece, la nuova Naspi verrà corrisposta per un numero di
settimane pari alla metà di quelle in cui, negli ultimi quattro anni, via stato
il versamento della contribuzione. Si tratta di una condizione migliorativa per
i lavoratori impegnati in attività saltuarie, in quanto, per raggiungere il
requisito predetto, potranno contare ora
sugli ultimi 4 anni. Il problema scaturisce, invece, dalla quantificazione dell’indennità,
atteso che per il calcolo della prestazione non verranno computati i periodi
contributivi che abbiano già dato luogo ad erogazione delle prestazioni di
disoccupazione.
In
sostanza, coloro che svolgeranno la propria prestazione annuale per almeno sei
mesi non potranno più sommare per la percezione dell’indennità di
disoccupazione i periodi di lavoro resi nell’anno precedente, ma beneficeranno
della prestazione per un periodo pari alla metà di quello lavorato, ovvero 3
mesi.
Valerio
Pollastrini
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