L’obiettivo
è quello di realizzare un nuovo documento di valutazione dei fattori di rischio
per le donne, garantendo, in sostanza, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
partendo dal genere, proprio in virtù delle specifiche differenze esistenti tra
uomini e donne.
Rispondendo
all’invito della consulenza tecnica Inail della Campania, l’Ordine degli
ingegneri di Napoli ha deciso, quindi, di avviare un sondaggio tra le proprie
iscritte sui potenziali fattori di rischio e sulle diverse esigenze che una
donna può avere in un settore come quello ingegneristico.
Come
precisato nella premessa, l’idea nasce dall’esigenza di stilare nuove linee
guida che facilitino la compilazione di un documento di valutazione dei rischi
sul lavoro (Dvr) di genere, attraverso la raccolta delle informazioni sulle modalità
organizzative e i fattori di rischio.
L’oggetto
della ricerca, tuttavia, non è limitato soltanto ai settori ad alta occupazione
femminile, ma analizza anche alcuni rischi tipicamente “maschili”, come quelli
legati al movimento dei carichi o alle posture sbagliate.
Il
primo step prevede la distribuzione del questionario a tutte le professioniste
dell’area tecnica esposte a rischi peculiari, mentre la seconda parte, dedicata
alla lettura e all’analisi dei dati, sarà affidata alla Contarp dell’Inail.
Al
riguardo, la responsabile della Contarp della Campania, Rossella Continisio, ha
osservato che il progetto, attualmente in fase sperimentale, costituisce uno
strumento particolarmente utile in un settore storicamente maschile ed ha,
altresì, sottolineato che il sondaggio consentirà di indagare e capire meglio
quelli che oggi vengono definiti “rischi al femminile”.
Il
settore di riferimento, infatti, negli ultimi anni ha registrato un incremento della presenza femminile. Tra
gli obiettivi futuri del progetto, inoltre, la Continisio ha auspicato il
coinvolgimento di altre categorie professionali di area tecnica.
Il
vicepresidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, Paola Marone, ha ricordato, invece, l’elevato
grado di rischio a cui risultano esposte le donne impiegate nel settore, precisando che
si tratta di pericoli, che, tra l’altro, non sono limitati solo al periodo
della maternità ma riguardano tutto l’arco lavorativo.
L’ingegneria
civile e quella chimica, infatti, stanno diventando sempre più ‘rosa’, ragione
per cui anche la valutazione dei rischi
deve essere effettuata in una ottica di genere.
La
speranza, infine, è quella di riuscire a replicare l’indagine su tutto il
territorio nazionale.
Valerio
Pollastrini
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