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lunedì 10 novembre 2014

Morti per amianto: in Europa oltre la metà dei casi di tutto il mondo

Un recente studio condotto dall’Oms, lancia l’allarme sui rischi connessi ad esposizione all’amianto.

L’analisi ha evidenziato che il 56% dei decessi per mesotelioma ed il 41% di quelli per asbestosi – pari, nel complesso, a 7.500 vittime – sono stati riscontrati in Europa.

Ciò è legato, con ogni evenienza,  al ruolo storico di quest’area geografica quale centro globale di utilizzo della fibra killer.

In sostanza, oltre la metà delle morti di tutto il mondo che, ogni anno, si devono all’amianto avviene in Europa.

Il bilancio più allarmante è quello risultato per Islanda, Malta e Regno Unito. Paesi nei quali, ogni anno, sarebbero 107mila i decessi   per cause relative all’amianto.

In generale, le morti registrate nel vecchio continente,  pari alla metà di quelle rilevate nel pianeta, evidenziano un dato sconcertante,  specie se si pensa che in Europa risiede solo il 13% della popolazione mondiale.

Dai dati relativi al mesotelioma emerge che i tassi più elevati di morte si registrano in Islanda, con 25 decessi ogni 10 milioni di abitanti, seguita dal Regno Unito e Malta. L’Italia, con 10 morti, si attesta  nella media.

I tre Stati suddetti, inoltre, confermano il triste primato  anche per quanto riguarda l’asbestosi, la malattia polmonare dovuta all’inalazione dell’amianto. In questo caso, l’Islanda segue Malta e precede il Regno Unito.

L’analisi dell’Oms è impietosa. Lo studio in commento, infatti, sottolinea come, nei periodi 1920-1970 e 1971-2000, l’Europa abbia utilizzato il 48% ed il 58% di tutto l’amianto commerciato nel mondo. E’ per questo che il vecchio continente può essere considerato come il centro globale dell’uso nella storia e come l’epicentro attuale di tutte le malattie relative all’amianto.

A ciò si aggiunga che, sempre secondo i dati forniti dall'Organizzazione, nel mondo sono circa 125 milioni i lavoratori esposti all'asbesto. Cifra non tiene conto, però, di chi ha lavorato in precedenza e delle persone che vivono nei pressi degli impianti di produzione.
 
Ancora oggi nel pianeta si lavorano oltre due milioni di tonnellate di fibra di amianto.

Sul “podio” dei paesi produttori ci sono Russia, con 1 milione di tonnellate prodotte nel 2010, Cina, con  400mila, e Brasile, con 270mila, mentre chi ne fa maggior consumo sono Cina, con oltre 613mila tonnellate, India, 426mila, e Russia, 263mila.

Uno scenario che lascia poche speranze per quanto riguarda la salute delle persone: le stime dell’Oms ipotizzano che tra il 2015 ed il 2020 si registrerà il  picco di decessi per mesotelioma, tumori polmonari e tumori della laringe.

In base a questi dati, in tutto il mondo ci saranno cinque morti per tumore polmonare e due per asbestosi ogni 1000 abitanti: una tragedia che, nei prossimi 20 anni, potrebbe interessare 10 milioni di persone.

Valerio Pollastrini

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