Sono
circa 3.700, infatti, gli emendamenti proposti in Commissione Bilancio della
Camera, dei quali, in merito alla
materia lavoro, con ogni probabilità, verranno presi in considerazione quelli aventi ad oggetto la tassazione di
Fondi Pensione e Tfr.
Rispetto
al testo attuale della manovra, inoltre, potrebbero essere apportati degli
accorgimenti anche alle disposizioni relative alla riduzione dell'Irap, per la
quale si registrano numerose richieste finalizzate ad incrementarne la misura
soprattutto per le Piccole e Medie Imprese, ed agli sgravi contributivi per le
nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Ben
quattro emendamenti, proposti rispettivamente da Pd, M5s, Fi e Fdi chiedono di
sopprimere la norma relativa all’anticipazione in busta paga delle quote
mensili del Tfr.
A
questo riguardo, due emendamenti proposti da esponenti del Pd chiedono, invece,
di assoggettare l'anticipo del Tfr a
tassazione “separata”, in modo che il relativo importo non si cumuli, ai fini fiscali, con il resto
del reddito. Uno di questi, inoltre, propone anche che il lavoratore possa
revocare la decisione dopo un anno dalla
comunicazione al datore di lavoro, in luogo dell’attuale formulazione della
norma che consente l’esercizio della revoca a far data dal 2018.
La
minoranza Pd, che, inaspettatamente, ha presentato 1.034 emendamenti, chiede, tra l’altro, lo
stanziamento di maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali.
Si
tratta, in particolare, dell’emendamento firmato, tra gli altri, da Stefano
Fassina, Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Alfredo D'Attorre, Barbara Pollastrini,
Rosy Bindi e Cesare Damiano, i quali hanno invitato il Governo ad innalzare i
fondi da 2 miliardi a 2,7 miliardi di euro per il 2015, e di innalzarlo a 3,4 miliardi nel 2016, 3,5 nel 2017, 2,8 nel
2018 e 2 miliardi a decorrere dal 2019.
Valerio
Pollastrini
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