Chi siamo


MEDIA-LABOR Srl - News dal mondo del lavoro e dell'economia


domenica 2 novembre 2014

Il Tfr in busta paga registra uno scarso appeal tra i dipendenti

Come più volte evidenziato, la misura che ha introdotto la possibilità di ricevere in busta paga la quota mensile del trattamento di fine rapporto ha incontrato,   sin dall’origine, un forte scetticismo, soprattutto da parte dei soggetti beneficiari, vale a dire i lavoratori subordinati.

Un recente sondaggio della Confesercenti, condotto in collaborazione con Swg, conferma tale visione negativa.

Solo il 18% dei dipendenti privati italiani, infatti, ha dichiarato che sceglierà di ricevere il Tfr in busta paga, a fronte del 67% che, invece, continuerà a far accumulare detto emolumento nell'impresa in cui lavora.

Nella nota a commento, l’Associazione ha osservato che i dati emersi dal sondaggio dimostrano come, anche nel persistere della recessione, il rapporto fiduciario intercorrente tra  lavoratore  ed impresa, rimane immutato.

Sul fronte degli imprenditori,  il 64% degli intervistati ha palesato il timore di una inevitabile crisi di liquidità nel caso in cui tutti o la maggior parte dei dipendenti scegliessero di ricevere il Tfr su base mensile.

Si tratta di una paura connessa alle difficoltà riscontrate dalle imprese nell'ottenere prestiti e finanziamenti dal canale bancario, segnalati dal 66% degli imprenditori.

La maggior parte di coloro che hanno dichiarato di avere già scelto di usufruire della possibilità introdotta dalla legge di stabilità ha un’età  compresa tra i 35 ed i 44 anni (21%), seguiti dai giovani fra i 18 ed i 24 (19%).

Di contro,  saranno soprattutto le persone più vicine alla fine del rapporto lavorativo a lasciare  in azienda il Tfr.  Il 72% dei soggetti tra i 55 ed i 64 anni ed il 70% di quelli la cui età risulta compresa  tra i 45 ed i 54 anno hanno dichiarato che non eserciteranno l’opzione.

In merito alle intenzioni sull’utilizzo della quota mensile del Tfr, il 44% dei lavoratori favorevoli all’opzione si è detto incerto su come impiegare la liquidità in più. Solo il 17%, invece,  investirà detta somma prevalentemente verso forme di risparmio alternative.

Il 16% investirà nelle pensioni integrative, mentre il 13%  utilizzerà il Tfr in busta paga per saldare pagamenti e debiti pregressi. Si tratta, quest’ultima, di una  percentuale che sale al 36% per i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni.

Solo il 10%, infine,  investirà l’emolumento in commento in acquisti.

Secondo la stima dell’Ufficio Economico della Confesercenti, a meno di variazioni dell’ultimo momento, i dati sopra riportati si tradurranno in un effetto espansivo modesto sulla spesa, con un incremento, a fine 2015, di 380 milioni, pari allo 0,1% dei consumi commercializzati.

A ciò si aggiunga che il numero ridotto di persone che opteranno per il Tfr in busta paga potrebbe causare dei problemi anche per i conti pubblici. Il Tfr in busta paga, infatti, sarà sottoposto a tassazione ordinaria e non al più lieve prelievo della tassazione separata applicata all’indennità liquidata  a fine carriera.

In base ai risultati del sondaggio, infatti, si stima che il gettito Irpef generato dalla maggiore tassazione ammonterebbe ad 1 miliardo di euro, circa 1,5 miliardi in meno di quanto previsto dalla relazione tecnica alla Legge di Stabilità.

Tale è risultato ottenuto confrontando i dati della Confesercenti con le stime in eccesso del Governo, che ha quantificato il numero di dipendenti che opteranno per il Tfr in busta paga nei seguenti valori:

- il 40% dei lavoratori delle imprese fino a 10 dipendenti;

- il 50% di quelle fra 10 e 50 dipendenti;

- il 60% in quelle di dimensioni ancora maggiori.

Per quanto riguarda, infine, le ragioni addotte da coloro che hanno dichiarato l’intenzione di lasciare il Tfr in azienda, il 54% degli intervistati pensa che la liquidazione serva come forma di risparmio finanziario, il 29% per integrare la pensione, il 12% come fondo per le spese mediche o sostegno per la vecchiaia.

Solo il 5%, invece,  ritiene che il Tfr possa servire a comprare un’abitazione per sé o per i proprio familiari.

Valerio Pollastrini

Nessun commento:

Posta un commento