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lunedì 27 ottobre 2014

Chiarimenti dei Cdl sull’incidenza nei rapporti di lavoro del nuovo Codice della Strada

Nella Circolare n.18 del 27 ottobre 2014, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla modifica del  codice della strada, recentemente approvata dal Governo, che, già dal prossimo 3 novembre, andrà ad impattare sulla gestione del personale dipendente.

Si tratta della disposizione che ha imposto l'obbligo di registrare alla Motorizzazione Civile e di annotare sulla carta di circolazione il nome del soggetto che dispone del veicolo aziendale per più di 30 giorni, pur non essendone intestatario.

La Circolare in commento analizza nel dettaglio le nuove procedure, illustrando gli obblighi da seguire e gli ambiti oggettivi e soggettivi di applicazione.

La novità nel dettaglio
Il nuovo comma 4-bis dell’art.94 del codice della strada (1) recita testualmente: “Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 93, comma 2, gli atti, ancorché diversi da quelli di cui al comma 1 del presente articolo, da cui derivi una variazione dell'intestatario della carta di circolazione ovvero che comportino la disponibilità del veicolo, per un periodo superiore a trenta giorni, in favore di un soggetto diverso dall'intestatario stesso, nei casi previsti dal regolamento sono dichiarati dall'avente causa, entro trenta giorni, al Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici al fine dell'annotazione sulla carta di circolazione, nonché della registrazione nell'archivio di cui agli articoli 225, comma 1, lettera b), e 226, comma 5. In caso di omissione si applica la sanzione prevista dal comma 3”.

La Fondazione ha tentato di analizzare la portata operativa di tale disposizione, anche alla luce di quanto specificato nella Circolare n.15513 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con particolare attenzione alla gestione dei casi nei quali i beni vengono concessi al proprio personale dipendente.

Data di entrata in vigore
Teoricamente, il nuovo obbligo sarebbe dovuto entrare in vigore  il 7 dicembre 2012 (2), tuttavia, la necessità di approntare le procedure informatiche necessarie all’aggiornamento dell’Archivio Nazionale dei Veicoli e dei documenti di circolazione ne ha protratto la decorrere al 3 novembre 2014.

Sul punto, i Cdl hanno richiamato quanto previsto dalla predetta Circolare n.15513, nella quale il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha evidenziato come "è fatto obbligo di annotare sulla carta di circolazione e nell’Archivio Nazionale dei Veicoli i dati relativi agli atti posti in essere a decorrere dal 3 novembre 2014.
Pertanto, in caso di omissione, saranno applicabili nei confronti dell’avente di causa le sanzioni previste dal medesimo art.94, comma 4-bis, c.d.s.. Laddove richiesto dagli utenti interessati, resta ovviamente salva la possibilità di provvedere all’aggiornamento delle carte di circolazione e dell’archivio Nazionale dei Veicoli anche con riferimento agli atti insorti anteriormente al 3 novembre 2014, ed in specie quelli posti in essere tra il 7 dicembre 2012 ed il 2 novembre 2014; in tal caso, tuttavia, l’eventuale omissione non dà luogo alla applicazione delle predette sanzioni".

Soggetti esclusi
La nota in commento ha precisato che  nuove procedure non si applicano ai veicoli in disponibilità di soggetti che effettuano attività di autotrasporto sulla base di:

- Iscrizione al REN o all’albo degli autotrasportatori;

- Licenza di trasporto di cose in conto proprio;

- Autorizzazione al trasporto di persone mediante autobus in uso proprio o mediante autovetture in uso a terzi (taxi e ncc).

Ambito oggettivo di applicazione
L’ambito di applicazione è ristretto alle carte di circolazione relative agli autoveicoli, ai motoveicoli ed ai rimorchi, la cui disponibilità non sia assoggettata al possesso di titoli autorizzativi.

I casi che rientrano in tale normativa sono:

- Variazione della denominazione dell’ente intestatario;

- Variazione delle generalità della persona fisica intestataria;

- Soggetto che abbia la temporanea disponibilità, per un periodo superiore a 30 giorni, di un veicolo intestato ad un terzo, a titolo di comodato, in forza di un provvedimento di affidamento in custodia giudiziale o di un contratto di locazione senza conducente;

- Intestazione a soggetti giuridicamente incapaci.

L’analisi prodotta dalla Fondazione si sofferma esclusivamente sul terzo dei punti appena indicati.

Soggetti esclusi
Le nuove procedure non si applicano ai veicoli in disponibilità di soggetti che effettuano attività di autotrasporto sulla base di:

- Iscrizione al REN o all’albo degli autotrasportatori;

- Licenza di trasporto di cose in conto proprio;

- Autorizzazione al trasporto di persone mediante autobus in uso proprio o mediante autovetture in uso a terzi (taxi e ncc).

Ambito soggettivo di applicazione
L’art.94, comma 4-bis, del Codice della Strada fa riferimento all’intestatario della carta di circolazione, pertanto, per tale soggetto  si deve intendere:

- Il proprietario del veicoli, ivi compreso il “trustee”, il locatore, il nudo proprietario e l’acquirente;

- Il locatario;

- L’usufruttuario.

A tale proposito, la citata  Circolare ministeriale n.15513 aveva analizzato la questione del comodato, evidenziando alcune particolarità per la gestione delle comunicazioni di cui sopra.

Giova ricordare che, ai sensi dell’art.1803 del  Codice Civile: “Il comodato è il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta”.

Il comodato, dunque, è essenzialmente gratuito.

Per la questione all’oggetto, i Cdl hanno precisato quanto segue:

Requisiti del comodato per portare all’insorgenza dell’obbligo comunicativo: il comodato deve durare per un periodo superiore a 30 giorni.

Soggetto obbligato ad effettuare la comunicazione: il comodatario.

Soggetti esclusi: sono esentati da tale obbligo i componenti del nucleo familiare, purché conviventi. In tal caso è comunque possibile procedere all’aggiornamento della carta di circolazione.

Soggetti legittimati a concedere a terzi il comodato del veicolo: il proprietario (od il “trustee”), il locatario (nell’ipotesi di leasing, previo assenso del locatore), l’usufruttuario, l’acquirente (nell’ipotesi di acquisto con patto di riservato dominio, previo assenso del venditore).

Ne consegue, pertanto, che è esclusa la possibilità per il comodatario di concedere ad altro soggetto l’uso del veicolo (sub comodato).

In ogni caso, va evidenziato che, in sede di rilascio del tagliando di aggiornamento, l’UMC non procederà a verifiche in merito ai rapporti privatistici intercorrenti tra l’intestatario della carta di circolazione ed il comodatario, né in merito alla concreta possibilità per l’intestatario stesso di concedere il veicolo in comodato a terzi, limitandosi a verificare la regolarità formale delle documentazioni di cui si dirà in seguito.

Soggetti legittimati all’utilizzo del veicolo: sia persone fisiche che giuridiche.
A seguito di richiesta di aggiornamento della carta di circolazione viene emesso tagliando nel quale è annotato nome, cognome, luogo e data di nascita e residenza del comodatario, nonché scadenza del comodato stesso con apposita dicitura: “Comodato – Intestazione temporanea effettuata ai sensi dell’art. 94, comma 4-bis, c.d.s.”.

Nel caso in cui, invece, necessiti l’aggiornamento dei dati tecnici del veicolo, si dovrà provvedere al rilascio del duplicato della carta di circolazione.

Comodato di veicoli aziendali
Con riguardo a questa ipotesi, sempre la Circolare ministeriale di cui si è detto ha evidenziato che, anche se non espressamente previsti, stante “l’esigenza di tutela dei preminenti interessi di ordine pubblico cui sono preordinate le norme in esame”, ricadono nel campo di applicazione le seguenti due casistiche:

- veicoli di proprietà di case costruttrici che vengano da queste concesse in comodato, per periodi superiori ai 30 giorni, a soggetti esterni alla struttura organizzativa d’impresa (es. giornalisti, istituzioni pubbliche, ecc.) per esigenze di mercato o di rappresentanza connesse a particolari eventi;

- veicoli in disponibilità di aziende (comprese le case costruttrici) o di Enti (pubblici o privati), a titolo di proprietà, di acquisto con patto di riservato dominio, di usufrutto, di leasing o di locazione senza conducente che vengano da queste concesse, per periodi superiori a 30 giorni, in comodato d’uso gratuito ai propri dipendenti.

A questo proposito, la Fondazione ha  espresso solo due chiarimenti:

- trattandosi di veicoli aziendali, nel caso in cui gli stessi siano in disponibilità del comodante a titolo di leasing o di acquisto con patto di riservato dominio non occorre, per l’annotazione, il preventivo assenso del locatore o del venditore;

- a fronte dell’istanza viene rilasciata attestazione di avvenuta annotazione delle informazioni.

Ai fini della regolarità della circolazione non è prescritto che tale attestazione debba essere tenuta a bordo del veicolo.

A questo punto, la Circolare in commento ha suggerito le  corrette modalità di gestione dei diversi casi la cui incidenza ricade sui rapporti con il personale aziendale.

Beni concessi in uso al personale
Le casistiche che principalmente si pongono sono 3: bene concesso in uso prettamente aziendale, bene concesso in uso promiscuo e bene concesso in uso personale.

1.     Per il bene concesso in uso aziendale non è corretto parlare di contratto di comodato.

Il bene stesso viene messo a disposizione del lavoratore per l’espletamento delle proprie funzioni, è quindi un mezzo strumentale all’esecuzione della prestazione sinallagmatica.

L’utilizzo prettamente aziendale non configura un utilizzo continuativo di oltre 30 giorni, il lavoratore al rientro dal viaggio di lavoro dovrà riconsegnare il mezzo.

A maggior ragione restando un bene nelle disponibilità dell’azienda, la stessa potrà liberamente consegnare tale mezzo ad altri lavoratori. 

2.     Per il bene concesso in uso promiscuo o totalmente personale, invece, si configura l’obbligo di annotare sul libretto di circolazione il reale utilizzatore del bene.

L’obbligo di attivare tale nuova procedura vige solo per gli atti posti in essere a decorrere dal 3 novembre 2014. Ne discende che gli atti posti in essere anteriormente a tale data non soggiacciono a tale obbligo. Il problema che maggiormente si pone è quello relativo alla certezza della consegna del bene al lavoratore dato che, nelle generalità dei casi, il riconoscimento del bene in uso promiscuo avviene tramite lettera di consegna del bene che resta poi alle parti e che non ha necessità di forme particolari.

Qualcuno potrebbe obiettare che, giustamente, in tal caso l’evidenza del riconoscimento del bene in uso promiscuo viene evidenziato dall’esposizione sul Libro Unico del Lavoro del relativo fringe benefit.

Sicuramente una dimostrazione di un comodato d’uso del bene tramite tale strumento appare di difficile rilievo. Merita, quindi, procedere con una diversa formalizzazione della consegna del bene in uso promiscuo (od in uso prettamente personale), provvedendo a dare data certa al documento anteriormente al 3 novembre 2014, in modo da bypassare l’obbligo di iscrizione che scaturirebbe per gli atti posti in essere da tale data. Tale formalizzazione si andrà ad affiancare a quella già posta in essere a suo tempo col solo intento di evidenziare in modo certo che l’atto originario era stato posto in essere precedentemente al 3 novembre p.v..

3.     Beni concessi in uso al personale:

-          bene concesso in uso prettamente aziendale;

-         bene concesso in uso promiscuo;

-         bene concesso in uso personale

Beni concessi in uso ai soci
Da una prima lettura del dettato normativo e della circolare del Ministero sembrerebbe che anche tali casistiche vadano denunciate, al fine di registrare il reale utilizzatore del bene. Infatti l’art.94, comma 4-bis, del Codice della Strada, parla di reale utilizzatore diverso dall’intestatario del bene. Il socio, pur facendo parte della compagine sociale costituente la società, è soggetto terzo rispetto alla stessa.

Per converso, la stessa Circolare, al paragrafo E.1.1, ha evidenziato come tale obbligo nasca per i beni concessi ai propri dipendenti. La dizione utilizzata dall’estensore è molto stringente e, ad ora, non vi sono ulteriori chiarimenti.

La Fondazione, a tale riguardo, ritiene che nella dizione “propri dipendenti” bisognerà ricomprendere tutti quei soggetti per i quali, a diverso titolo, vige l’obbligo di iscrizione sul Libro Unico del Lavoro: collaborazioni coordinate e continuative (anche a progetto o mini co.co.co.) ed associati in partecipazione.

Relativamente ai beni concessi a soci, collaboratori e coadiuvanti familiari, a titolo precauzionale, meriterebbe procedere alla stipula di un comodato con data precedente al 3 novembre 2014 (dando allo stesso data certa) al fine di scongiurare eventuali profili sanzionatori.

Profili sanzionatori
Queste le sanzioni connesse all’inosservanza della norma:

1) Chi non osserva le disposizioni stabilite è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 705 a euro 3.526;

2) La carta di circolazione è ritirata immediatamente da chi accerta le violazioni previste ed è inviata all'ufficio della Direzione centrale della MCTC, che provvede al rinnovo dopo l'adempimento delle prescrizioni omesse.

Valerio Pollastrini

1)      - così come introdotto dall’art.12, comma 1, lettera a), della Legge n.120/2010;
2)      - a seguito della pubblicazione della norma sulla G.U. del 22 novembre 2012;

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