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martedì 5 agosto 2014

Infortunio mortale – Condizioni per il sequestro del cantiere

Nella sentenza n.9222 del 25 febbraio 2014, la Corte di Cassazione ha chiarito che, di per sé, un infortunio verificatosi in azienda non consente il sequestro di un’intera area di lavoro. Tale disposizione, infatti, può essere emessa legittimamente solamente nel caso in cui  la zona predetta  risulti qualificabile come corpo di reato e appaia strumentale per la prosecuzione delle indagini.

Nel caso di specie, il Tribunale del riesame aveva confermato il provvedimento di sequestro probatorio di un'area adibita a demolizione veicoli, disposto a seguito delle indagini per omicidio colposo conseguente ad un infortunio lavorativo.

Investita della questione, la Suprema Corte ha evidenziato come, sia il PM che il Tribunale, avessero disatteso l'obbligo di motivare specificamente la necessità probatoria perseguita con il provvedimento in commento, omettendo di indicare il nesso di causalità esistente tra l'area sequestrata e l’incidente.

Dal momento che l’infortunio si era verificato mentre la vittima  stava effettuando delle riparazioni su un veicolo posteggiato sull'area, le indagini per l'accertamento di eventuali responsabilità si sarebbero dovute incentrare esclusivamente sul veicolo in argomento.

Conseguentemente, la Cassazione ha accolto il ricorso dell’imprenditore, negando ogni finalità probatoria al disposto sequestro dell’intera area destinata ad attività produttiva, in assenza di specifiche indicazioni riguardo alle ragioni per le quali la medesima dovesse essere ritenuta, nella sua interezza, corpo di reato.

Valerio Pollastrini

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