Dall’analisi
emerge, infatti, come, dopo quattro mesi
dall'avvio del programma europeo che punta a trovare un lavoro o un corso di
formazione ai giovani che non studiano e non lavorano, i destinatari del
progetto siano poco informati e scettici sui piani occupazionali predisposti dal
Governo che, tra i fondi europei ed il cofinanziamento nazionale, ha destinato
allo scopo 1,5 miliardi di euro per il biennio 2014/15.
Solo
il 37% dei giovani pensa che il programma sarà davvero efficace, mentre l’80%
ritiene che trasferirsi all’estero sia l’unico mezzo per migliorare la propria
condizione.
I
1.727 giovani intervistati, inoltre, hanno mostrato una scarsa conoscenza del Piano, nonché un
diffuso scetticismo sulla sua efficacia.
Se
il 45% ha dichiarato di non essere a conoscenza della “Garanzia Giovani”, il
35% ha affermato, invece, di averne solamente sentito parlare.
Secondo
i dati, a prevalere sono gli scettici, pari al 54%, secondo i quali l’adesione
al programma non determinerà un miglioramento della propria condizione.
Alla
domanda se tra tre anni avranno la possibilità di migliorare la propria
situazione, quasi il 60% ha risposto: “poco o per nulla”. La percentuale arriva
al 68% se la domanda è rivolta alle condizioni in generale delle nuove
generazioni.
In
sostanza, l'80% dei giovani intervistati non ha mostrato dubbi sul fatto che
per migliorare il proprio stato di vita sia necessario trasfrirsi all'estero.
Valerio
Pollastrini
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