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martedì 15 luglio 2014

Rimettersi in gioco dopo un infortunio con il progetto “Scrivo di me”

Un esperimento recentemente realizzato dalla sede Inail di Forlì  si è rivelato un ottimo strumento per reinserire nella vita di relazione 12 persone tra disabili e familiari, consentendo loro di migliorare le  capacità espressive e di superare lo spartiacque del trauma subito, creando legami profondi con gli altri partecipanti.

Al centro del progetto: la scrittura come strumento per rimettersi in gioco dopo un infortunio.

Una penna, un po’ di fantasia ed il ricordo di momenti difficili da rielaborare su carta in un modo nuovo, sono i tre elementi alla base del programma “Scrivo di me”, realizzato con l’obiettivo di ricostruire la vita di un gruppo di infortunati attraverso l’ascolto e la scrittura.

I disabili ed i loro  familiari  hanno utilizzato lo strumento della scrittura per riprendere contatto con la capacità di comunicare per iscritto e per ripensare alla propria esperienza di vita.

Tra le finalità del laboratorio, infatti, c’era la volontà di restituire alla scrittura un valore espressivo liberato da vincoli formali, lavorando con le parole per ricondurre gli infortunati al ricordo di momenti difficili.

La prima fase del progetto si è  ispirata alla metodologia elaborata negli anni Settanta dalla scrittrice e insegnante Elisabeth Bing, strutturata in 10 incontri della durata di tre ore e coadiuvata da un’assistente sociale.

La seconda, invece, è stata caratterizzata dalla rielaborazione finale dei testi, dove gli assistiti sono passati dal subire un’esperienza al farne tesoro.

Il laboratorio  non solo ha permesso il superamento dello spartiacque del trauma subito, ma ha stimolato, altresì, la produzione di storie orientate verso la riorganizzazione di un progetto di vita.

Combinate tra loro, le due fasi del progetto hanno infatti determinato un aumento del livello di fiducia reciproca ed hanno permesso la nascita di   legami profondi tra tutti i partecipanti.

Valerio Pollastrini

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