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domenica 22 giugno 2014

Risarcimento del danno per l’ernia al disco causata dal lavoro

Nella sentenza n.13954 del 19 giugno 2014, la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno in favore di un dipendente risultato affetto da ernia del disco, in quanto  tale patologia era stata causata   dalle manovre pensanti svolte nell’assolvimento delle abituali  mansioni lavorative.

La Suprema Corte ha inoltre chiarito che la riconducibilità della richiamata patologia ad una causa di servizio può essere accertata anche  nel caso in cui sussistano altri fattori causali che potrebbero averne determinato la formazione.

Sulla base del principio dell'equivalenza delle condizioni, infatti, va riconosciuta efficienza causale ad ogni antecedente che abbia contribuito, anche indirettamente, alla produzione dell'evento danno.

In sostanza, anche  la contemporanea presenza di altre cause potenzialmente idonee a determinare la patologia lamentata non esclude il diritto del lavoratore al risarcimento.

A tal fine, pertanto, a carico del dipendente sussiste il solo onere di  dimostrare una connessione dell’evento morboso con il lavoro, nonostante l’ulteriore presenza di concause.

La Cassazione ha rafforzato il convincimento espresso nella pronuncia in commento, richiamando un altro precedente (1), nel quale, la stessa Corte aveva spiegato che nel caso di patologie  aventi carattere comune ad eziologia  multifattoriale, il nesso di causalità fra attività lavorativa ed evento non può essere oggetto di presunzioni di carattere astratto ed ipotetico, ma esige una dimostrazione, quanto meno in termini di probabilità, ancorata a concrete e specifiche situazioni di fatto, con riferimento alle mansioni svolte, alle condizioni di lavoro e alla durata ed intensità dell'esposizione al rischio.

Valerio Pollastrini


(1)   – Cass., Sentenza n.22865/2013;

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