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sabato 14 giugno 2014

Per i reati fiscali il sequestro preventivo si estende ai beni della persona giuridica

Nella sentenza n.22922 del 3 giugno 2014 la Corte di Cassazione ha chiarito che, nel caso  di avvenuto accertamento di reati fiscali, il sequestro preventivo dei beni  non è circoscritto solamente a quelli dell’impresa fisica, ma si estende anche ai beni della persona giuridica.

Nel caso di specie, il tribunale aveva rigettato la richiesta dell’indagato per reati tributari contro il decreto di sequestro preventivo,  finalizzato alla confisca,   dei saldi attivi rinvenibili sui suoi rapporti finanziari, fino a concorrenza dell'importo di circa 1.700.000,00 €.

Nel motivare il provvedimento adottato, il Tribunale del Riesame aveva richiamato l’orientamento   giurisprudenziale che esclude il sequestro dei beni societari  qualora non risulti che la struttura aziendale costituisca un apparato fittizio utilizzato dal reo per commettere gli illeciti.

Proponendo ricorso in Cassazione, l’imputato aveva contestato  l’applicabilità del provvedimento ablativo al patrimonio della persona fisica invece che a quello dell'ente, osservando che, secondo una recente giurisprudenza in materia di reati tributari, prima di procedere al sequestro preventivo in pregiudizio del legale rappresentante della società è necessario verificare l'impossibilità di procedere al sequestro direttamente sui beni dell'ente beneficiario del risparmio di spesa.

Il ricorrente aveva rilevato come, nel caso di specie, fosse stato omesso tale preventivo accertamento, circostanza dalla quale emergerebbe la nullità  dell'originario decreto di sequestro.

Investita della questione, la  Suprema Corte ha ritenuto opportuno discostarsi dalla giurisprudenza sinora prevalente, secondo la quale il sequestro preventivo, funzionale alla confisca per equivalente (1), non può essere disposto sui beni immobili appartenenti alla persona giuridica ove si proceda per le violazioni finanziarie commesse dal legale rappresentante della società.

La normativa di riferimento (2), infatti, non include i reati fiscali tra le fattispecie in grado di giustificare l'adozione del provvedimento, con esclusione dell'ipotesi in cui la struttura aziendale costituisca un apparato fittizio utilizzato dal reo per commettere gli illeciti.

La Cassazione ha poi ricordato che il tema del sequestro finalizzato alla confisca per equivalente nei confronti dei beni di una persona giuridica per le violazioni tributarie commesse dal suo legale rappresentante è stato recentemente affrontato dalle Sezioni Unite che (3), in proposito,hanno affermato alcuni importanti principi di diritto.

In primo luogo, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di denaro o di altri beni fungibili o di beni direttamente riconducibili al profitto di reato tributario commesso dagli organi della persona giuridica, è  consentito nei confronti della persona giuridica, quando tale profitto  sia nella disponibilità della stessa.

Qualora, invece, non sia stato reperito il profitto di reato tributario compiuto dagli organi della persona giuridica, non è consentito il sequestro preventivo  nei confronti della stessa, salvo che la persona giuridica risulti uno schermo fittizio.

Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente nei confronti degli organi della persona giuridica per reati tributari da costoro commessi, non è consentito ogniqualvolta  sia possibile il sequestro finalizzato alla confisca di denaro o di altri beni fungibili o di beni direttamente riconducibili al profitto di reato tributario compiuto dagli organi della persona giuridica stessa, in capo a costoro o a persona non estranea al reato, compresa quella giuridica.

I principi recentemente affermati sulla materia, annoverano, inoltre, la transitoria impossibilità del sequestro del profitto di reato, senza bisogno della preventiva ricerca generalizzata dei beni costituenti il profitto di reato.

Preso atto del  mutato indirizzo giurisprudenziale appena richiamato, la Suprema Corte ha concluso   con l’accoglimento del ricorso del legale rappresentante dell’azienda, disponendo così l'annullamento del provvedimento impugnato.

Valerio Pollastrini

 
(1)   - Previsto dall’art.19, comma 2, del D.Lgs. n.231 del 8 giugno 2001;
(2)   - Artt.24 e ss. del D.Lgs. n.231 del 8 giugno 2001;
(3)   – Cass., S.U., Sentenza n.10561 del 30 gennaio-5marzo 2014;

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