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venerdì 6 giugno 2014

Dimissioni in bianco

Nel nostro Paese, quello delle dimissioni in bianco, è un fenomeno che, assai diffuso in passato, negli ultimi anni si è progressivamente ridotto.

In merito alla proposta di legge, sottoposta in questi giorni al vaglio della Commissione Lavoro del Senato, che introduce, a pena di nullità,  il nuovo l’obbligo di rassegnare le dimissioni su un modello pre-compilato, una recente indagine, a cura della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, ha evidenziato  che questa pratica risulta ormai talmente residuale da non giustificare  ulteriori oneri burocratici a carico di  dipendenti ed aziende.

Il 67% degli intervistati ritiene che tale fenomeno non giustifichi l’introduzione di un nuovo adempimento, mentre il 19%  ha dichiarato che ulteriori procedure  potrebbero essere limitate ai soli casi di dimissioni rese in prossimità del matrimonio e della maternità o paternità.

Anche il 12% che si è detto favorevole tende, in ogni caso, a considerare il provvedimento in commento   come un incremento della  burocrazia.

Giova ricordare che, attualmente, è già in vigore un sistema di convalida delle dimissioni che ne ha ridotto drasticamente  i possibili abusi. La nuova legge, inoltre, comporterebbe per lo Stato maggiori costi, dovuti all’emissione, all’approvvigionamento e all’ organizzazione della procedura.

La norma riguarderebbe la Pubblica Amministrazione, i lavoratori occasionali, i lavoratori subordinati, i  soci delle cooperative, gli autonomi, i collaboratori a progetto e gli  associati in partecipazione.

Valerio Pollastrini

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