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lunedì 12 maggio 2014

Legittimo negare il visto d’ingresso se lo straniero non conosce le condizioni del rapporto di lavoro

Nel caso di specie, il Consolato italiano aveva negato il visto d’ingresso per lavoro stagionale  ad un cittadino straniero che, oltre a  non aver dimostrato di essere a conoscenza delle prestazioni che avrebbe dovuto svolgere nel nostro Paese, non era neppure riuscito a fornire indicazioni attendibili  sull’azienda e sul luogo di impiego.

Il datore di lavoro, che  in precedenza  aveva ottenuto il nulla osta dalla  Prefettura, aveva presentato  ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale, sostenendo che, attraverso il richiamato diniego, la Farnesina avesse compiuto un abuso di potere.

Investito della questione, il Tar del Lazio, con la sentenza n.02777 del 19 dicembre 2013, ha confermato  il rigetto del visto da parte del Ministero degli Affari Esteri, sottolineando che il rilascio del nulla osta da parte dello Sportello Unico per l’Immigrazione non costituisce un elemento sufficiente per l’emissione del titolo per l’ingresso.

In particolare, i giudici hanno ribadito l’obbligo delle sedi diplomatiche di valutare i requisiti necessari per il rilascio del visto di ingresso che, nella vicenda in commento, si basavano  sull’attendibilità dell’informazione e della documentazione presentata dal cittadino straniero durante il colloquio.

Valerio Pollastrini

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