La
conversione in legge dovrà avvenire entro il prossimo 19 maggio e non è escluso
che per accelerare i tempi l’esecutivo decida di porre nuovamente la fiducia.
Contratti a
termine
Lo
sforamento della soglia del 20%, invece che con la conversione dei rapporti in
contratti a tempo indeterminato, verrà sanzionato con una multa che l'impresa
dovrà versare al fisco, il cui ammontare
sarà pari al 20 % della retribuzione per il ventunesimo lavoratore ed al
50 % dal ventiduesimo in poi.
Apprendistato
La
possibilità di utilizzare questa tipologia contrattuale è stata estesa anche
alle attività stagionali, mentre solamente le aziende con più di 50 dipendente
saranno gravate dall’obbligo di stabilizzare un determinato numero di
apprendisti per la stipulazione di altri contratti della stessa natura. Nel
testo approvato alla Camera il suddetto onere riguardava solamente i datori di
lavoro con più di 30 dipendenti.
Rimodulata
la formazione pubblica, che potrà essere svolta anche dalle imprese e dalle
loro associazioni.
Contratto a
tutele crescenti
All’interno
del Decreto Lavoro è stata inserita anche una norma programmatica sul contratto
a tempo indeterminato a protezioni crescenti.
Un
emendamento al Decreto, infatti, chiarisce la natura sperimentale di questa nuova
fattispecie contrattuale che, in attesa
della prossima emanazione del Testo Unico semplificato della disciplina dei rapporti
di lavoro, dovrà essere regolamentata nella delega sul lavoro.
Altri
emendamenti
Tra
gli altri emendamenti si segnala la proposta dell’esonero dal versamento dei
contributi previdenziali ed assistenziali per le imprese che assumono a tempo
pieno ed indeterminato soggetti inoccupati e disoccupati di lunga data.
Valerio
Pollastrini
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