La
Commissione Lavoro di Palazzo Madama sta
stringendo i tempi in vista della scadenza del 2 maggio per la presentazione
degli emendamenti da votare in Senato entro lunedì.
L’obiettivo
è quello di portare il testo in Aula
all'inizio della prossima settimana, votarlo e rispedirlo alla Camera per la
conversione in legge prima della scadenza del 19 maggio.
In
questa fase è emersa la volontà di apportare ulteriori modifiche al Decreto,
relative ai contratti a termine, all’apprendistato ed al c.d. contratto a
tutele crescenti.
Contratti a
termine
La
modifica dovrebbe riguardare la norma votata dalla Camera che stabilisce la conversione in contratto a
tempo indeterminato ai danni delle
aziende che superino la soglia del 20% di contratti a termine.
L’idea
è quella di trasformare la richiamata sanzione
in un semplice esborso economico a
favore del lavoratore, la cui entità dovrà essere definita.
Risulta
inoltre al vaglio l’ipotesi di esentare gli Enti di ricerca dal tetto del 20%.
Apprendistato
A
proposito di questo istituto, si ricorda che il testo approvato dalla Camera ha
reintrodotto l’obbligo della formazione pubblica “esterna” per l’apprendista, soppresso nella versione originaria del Decreto Legge.
La
nuova norma ha apposto la condizione che
la Regione, entro 45 giorni dall'avvio del rapporto di apprendistato, comunichi
al datore di lavoro le modalità di erogazione della formazione di competenza
pubblica.
E’
attualmente oggetto di valutazione la compatibilità di questa clausola con la
normativa europea. In caso di inadempienza della Regione, infatti, la
formazione pubblica diverrebbe facoltativa, esponendo lo Stato italiano a
possibili sanzioni, come avvenne nel caso dei contratti di formazione lavoro.
Si
sta valutando l'opportunità che possa essere la stessa azienda, a patto che
risulti adeguatamente attrezzata, ad impartire la formazione “on the job”.
Il contratto a
tutele crescenti
Verrà
presentato un emendamento che prevede la possibilità di interrompere il
rapporto di lavoro a tempo indeterminato entro i primi 36 mesi, attraverso il versamento di una indennità economica.
Valerio
Pollastrini
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