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mercoledì 9 aprile 2014

Licenziamenti collettivi - Onere della prova sulla corretta applicazione dei criteri di scelta

Nell’ambito dei licenziamenti collettivi, nella sentenza n.6057 del 14 marzo 2014 la Corte di Cassazione ha ribadito che,  qualora il dipendente contesti le modalità di attuazione dei criteri di scelta, spetta al datore di lavoro l’onere di provare le circostanze di fatto poste alla base  dei  criteri adottati per l’individuazione dei lavoratori da licenziare.

Facendo ricorso ai principi enunciati dalla giurisprudenza di legittimità (1), la Suprema Corte ha ricordato che, per ottenere l'inefficacia o l'annullamento del licenziamento intimatogli per riduzione di personale, il dipendente  debba indicare le specifiche omissioni e le specifiche irregolarità contestate al datore di lavoro.

L’obbligo gravante sul datore di lavoro  di indicare e provare le circostanze di fatto poste a base dell'applicazione dei  criteri di scelta, sussiste, pertanto, solo nel caso in cui il dipendente, nel proporre l’impugnativa, abbia sufficientemente allegato i fatti costitutivi della pretesa azionata in relazione alla contestazione della mancata osservanza di tali criteri.

La Cassazione ha quindi concluso affermando che il suddetto onere richiesto al lavoratore,  non può dirsi soddisfatto attraverso  la generica deduzione del mancato rispetto dei criteri di scelta imposti al datore di lavoro, priva di ogni riferimento alle concrete   circostanze   fattuali   che avrebbero dovuto escludere il dipendente dal novero dei soggetti da licenziare.

Valerio Pollastrini


(1)   - Cass., Sentenza n.16629/2005;

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